Fondatore con alcuni amici e alcuni medici, alla fine degli anni ottanta, del gruppo “AMICI di MEDJUGORE di VARESE” con l’impegno di divulgare il messaggio che proviene da quella terra benedetta ad opera della nostra cara MAMMA CELESTE. Sono ormai passati trent’anni dal giorno della mia conversione a Medjugorje avvenuta nei primi mesi del 1984 e da allora la mia vita positivamente cambiata, ha potuto verificare la magnificenza di ciò che la MADONNA ha detto fin dai primi messaggi:”Questi sono tempi di GRANDI GRAZIE che io voglio offrire a tutti coloro che RISPONDERANNO ALLA MIA CHIAMATA”. Le conoscenze storiche, scientifiche, l’amicizia con i veggenti e con i personaggi del posto ci permettono di avere le porte aperte a Medjugorje e quindi, attraverso pellegrinaggi, accompagnare fratelli che “CHIAMATI” possano ricevere i GRANDI DONI promessi. La cosa più bella che ho ricevuto da MEDJUGORJE è stata la scoperta del vero significato di “AMORE” . Il vero amore non è quello che scaturisce dalle passioni, non è quello che fa parte della natura umana che è la natura del peccato ma quello che alimenta la tua vita nel momento in cui la tua natura l’hai “DIVINIZZATA” permettendo al tuo DIO di agire nel tuo cuore. Solo quanto tu gli permetterai di amarti Lui può trasformare l’odio che hai verso il tuo nemico in COMPASSIONE. Il vero amore è scoprire un nipotino che ti chiama “bello nonno” che ti fa rimpiangere di non aver scoperto che le stesse emozioni positive che ti sta dando, non le hai sapute cogliere quando hai avuto vicinissimi i tuoi figli, quando erano piccoli, e che avresti potuto “impreziosirli” attribuendone la paternità al loro e nostro DIO. Il vero amore è scoprire quanto ami tua moglie, non più giovane, ma che tu trovi bellissima e scoprire che lei, nel tuo progredire con gli anni, ti considera come tu pensi di essere rimasto. Il vero amore è vedere in un tuo fratello sofferente, GESU’ che sta soffrendo per te e che la sua sofferenza ti sta portando in cielo. L’AMORE VERO E’ SCOPRIRE CHE STAI AMANDO.
Direttivo

Leva Gigi

Candore Carmelo
Medjugorje rappresenta un punto di svolta nella vita di chiunque seriamente si interroghi sul senso delle cose. Nell’aprile del 1990 all’età di 23 anni ho avuto la fortuna di incontrare lì tramite Maria il Signore e di rinascere una seconda volta. Ricordo ancora appena tornato dal pellegrinaggio quel desiderio vivo di pregare specie in Chiesa. Cominciai così a frequentare assiduamente un gruppo di preghiera del rinnovamento e poi, conosciuto un frate cappuccino, iniziò una meravigliosa avventura con la nascita di un nuovo gruppo di preghiera di cui fui il responsabile per quasi dieci anni, uno dei periodi più belli della mia vita.
Il desiderio di conoscere meglio nostro Signore mi ha portato a frequentare la Facoltà Teologica del Nord Italia a Milano dove ho sostenuto una dozzina di esami, arricchendomi spiritualmente e mettendomi in grado di dare ragioni della mia fede.
Periodicamente almeno una volta all’anno, salvo il periodo della guerra, ho continuato a recarmi a Medjugorje ed iniziare anche lì un cammino volto a creare una comunità in grado di ospitare e guidare i pellegrini in cerca del Signore. La chiamata di Medjugorje è per sempre.
Infine nel settembre 2012 l’incontro con l’associazione Amici della Madonna di Medjugorje e la chiamata a prestare il proprio ministero a servizio di tutti i pellegrini che Maria chiama a Medjugorje.

Giancarlo Comeri
Medico chirurgo specialista in urologia, laurato nel 1968 all’Università di Pavia, ha lavorato a Varese, Como, Castellanza . Tuttora Primario Urologo all’Ospedale Multimedica di Castellanza.
Ha insegnato per 8 anni nella scuola di specializzazione in Urologia dell’Università di Milano negli anni ’90. Presidente del Consorzio Sanitario di Zona di Varese 3 dal 1975 al 1980. Direttore del Consultorio “La Casa” di Varese dal 1980 al 1988. Coniugato dal 1970, ha 4 figli adottivi.
Nel 1984 ha partecipato alla prima équipe medica italiana per la valutazione informale dei veggenti di Medjugorje allorchè le apparizioni avvenivano quotidianamente a 5 veggenti ( Mirjana aveva cessato di avere apparizioni il Natale 1982). Da allora ha accompagnato circa 80 pellegrinaggi a Medjugorje, credendo fermamente nella veridicità delle apparizioni non solo per i riscontri che la scienza ha potuto dare e confermare negli anni, ma soprattutto per i frutti di guarigione fisica e spirituale di cui è stato testimone. Lo scorso anno è’ stato impegnato con diversi amici, medici e non, fra cui l’amico Gigi Leva presidente dell’Associazione e il notaio Carmelo Candore, con l’appoggio dei frati del santuario bosniaco, nel tentativo di realizzare una rete di soccorso tipo 118 all’altezza delle necessità esistenti attualmente a Medjugorje, senza conseguire purtroppo risultati concreti per le chiusure e le opposizioni che si sono manifestate in loco. Fa parte del direttivo dell’Associazione “Amici di Medjugorje di Varese”
La prospettiva attuale è quella di far conoscere a quanti più possibile l’amore materno con cui Maria ci accompagna come suoi “cari figli” da 32 anni a questa parte perchè abbiamo a realizzare la nostra vita mettendo Suo Figlio Gesù al primo posto.

Emma Antognazza
C’è nel cuore dell’uomo il desiderio dell’infinito,
una voglia immensa e sconfinata di amore,
un bisogno illimitato di affetto e di dare affetto…
Questo desiderio, questo bisogno, questa voglia sia la tua vita…
Ama… e la tua vita avrà un senso!
Come si arriva a Medjugorje è difficile da spiegare! Le cause sono molteplici ma tutte racchiuse in quel cuore di Maria,nostra Madre, preoccupata per i sui figli e in quella frase che delicatezza e amore sintetizzano e stgmatizzano da sempre la fine dei suoi messaggi con quel ” Grazie per aver risposto alla mia chiamata!”. Il fatto è talmente potente da implodere nell’ anima, nella mente e nel cuore in modo inspiegabile! Solo il divino può rispondere a questa domanda! Ma questo è solo l’incipit perchè a Medjugorje si ritorna più volte a raccogliere i cocci della vita nel tentativo di ricostruire e dare un senso alla nostra esistenza.
Così è successo anche a me nel capodanno 1987/88 quando da sola parti alla ricerca di risposte, non sapendo che dopo di che, molti anni della mia vita in termini di giorni, mesi, anni, sarebbero passati sulle pietraie nella rossa terra, tra le spine dei rovi e il melograno fiorito di maggio o l’azzurro dei cardi e l’assordante cicaleggio delle cicale; tra l’autunnale sottobosco fiorito di ciclamini, il cielo trapuntato di miriadi di stelle nelle chiare notti e il tepore dell’alba, tra il suono delle campane e i silenzi dei campi assolati tra i vigneti, tra pianti nascosti o palesi e beati sorrisi del cuore, commossi abbracci e richieste di perdono, disperati abbandoni alla volontà del Padre e la forza dell’accettazione, tra amare lacrime per strazianti decisioni e la certezza della pace.
Tutto perché lì ho trovato per grazia, tramite Maria S.S. (in quella terra per volontà divina si ottengano doni di conversione particolari) l’amore del Signore e la Regina della Pace mi ha impresso nel cuore con il marchio indelebile del suo sorriso, l’impellenza e l’urgenza di un servizio; come maternamente ha detto e ripete ancor oggi “siate le mie mani tese … portate amore …. Io vi amo …. Aiutatemi ad aiutarvi” Da quel primo pellegrinaggio nel 1987/ 88 nasceva in me l’esigenza di fare qualcosa in più della preghiera, sentivo che dovevo aiutare chi incontravo nel mondo a capire la bellezza, il miracolo di sentirsi amata da Dio , sentivo il desiderio di lavorare anche concretamente, (allora più con il cuore che non con le capacità acquisite poi nel tempo con l’esperienza), mettendomi al servizio dei pellegrini, accompagnandoli con animo di umile amica, madre, sorella, in quella terra per fare conoscere la vicenda magnifica che si vive a Medjugorje.
Nel 1987 ero volontaria a Radio Maria alla quale davo e do tuttora il mio apporto come conduttrice delle trasmissioni di musica classica e sacra e che in quegli anni proponeva anche questo servizio di pellegrinaggi a Medjugorje; iniziai come guida tecnica fino all’inizio della guerra di Bosnia nel 1991 e poi, dopo la scelta della radio di essere solo radio, continuai con gruppi di preghiera, percorrendo innumerevoli volte le strade per raggiungere quel luogo, sempre, anche durante la guerra, per terra o per mare, accompagnando e testimoniando umilmente la mia esperienza di fede rivissuta a Medjugorje.
Conobbi ed entrai in questo gruppo Amici di Medjiugorje di Varese nel 1999, accompagnata dalla certezza e dalla volontà di lavorare per la Gospa, sintetizzato magnificamente dalle parole che Papa Francesco dirà anni dopo in un suo intervento da Cardinale a Radio Maria Argentina: “ Bisogna bruciare la vita con qualcosa di nobile … la grandezza di un cuore si forgia nell’amore ed essere volontario presuppone fondamentalmente la capacità di amare”. Questo ho fatto e faccio tutt’ora in tanti viaggi ricambiata dalla stima e dall’affetto dei nostri amici/pellegrini, dalle loro commosse testimonianze di cambiamento radicale e di esperienza di vita vissuta fraternamente nella gioia e nell’amore reciproco.
Questo servizio farà parte dei miei cinque pani e due pesci che porterò davanti al Giudice Supremo nella certezza della Sua Misericordia. (Emma)

Bertovani Enzo
Ho cominciato ad andare a Medjugorje come pellegrino nel lontano 1990 assieme a mia moglie che faceva l’accompagnatrice sui bus che partivano per quella terra lontana ed i nostri due, allora, bambini.
Sin dal primo viaggio sono rimasto affascinato da tutto l’insieme, paesaggio, gente, ma soprattutto dall’atmosfera, da quella pace che ho cominciato a respirare arrivato in quel luogo. Ricordo tutto come fosse oggi… una cosa mi aveva colpito in particolare ; le persone anziane con il rosario in mano, sedute o inginocchiate su una pietra, che pregavano assorti sgranando la corona. Pochi anni fa un frate francescano mi chiese cosa provavo lì a Medjugorje; risposi : “ la stessa sensazione che prova un uomo che cammina nel deserto e si trova a tu per tu, dopo tanta fatica, davanti ad una fontana dalla quale sgorga acqua fresca e limpida”.
Il ristoro che provai allora, lo provo tutt’ora quando ritorno e mi immergo nella preghiera, nella meditazione e nella pace di quel santo luogo. Finito il periodo bellico in Bosnia e quindi la responsabilità da genitore, (mia moglie ha continuato il suo servizio anche durante la guerra) cominciai a collaborare con lei in tutto quello che può essere di aiuto, viaggiando sempre assieme, cosa che facciamo tuttora.
Ricordo che durante una confessione ad un sacerdote dissi quello che provavo e che provo tuttora in questo “RITORNARE a Medjugorje “ , oltre a quello già citato, una grande felicità nel rendermi utile nelle cose più piccole e semplici, ma soprattutto essere intenerito dall’espressione felice che vedo sui volti dei pellegrini.