Come ti ho amata, Madre, in quell’ora del Getsemani!
Tutto l’amore che ti avevo dato e che mi avevi dato in trentatré anni di vita erano davanti a Me e peroravano la loro causa e mi imploravano di aver pietà di essi, ricordando ogni bacio tuo, ogni tua cura, le stille di latte che mi avevi dato, il cavo tiepido delle tue mani per i miei piedini freddi d’infante povero, le canzoni della tua bocca, la leggerezza delle tue dita sui miei riccioli fitti, e il tuo sorriso e il tuo sguardo e le tue parole e i tuoi silenzi e il tuo passo di colomba che posa i piedi rosei al suolo ma tiene le ali già socchiuse al volo, poiché tu eri sulla Terra per mia gioia, o Madre, ma tu avevi l’ali sempre trepide di Cielo, o santa, santa, santa e innamorata!
Tutte le lacrime che già ti ero costato.
O lacrime di mia Mamma! Ma chi può vedere piangere, udire piangere sua mamma e non avere poi, finché vita gli dura, lo strazio presente di quel pianto?
La Mamma! O amore della Mamma! Invocato amore curvo sul mio dolore! Respinto amore per non farti morire del mio dolore! Amore della mia Mamma! E tutto questo .. lo dovevo perdere.
Sì. lo so. Ogni mio singhiozzo ti giungeva, o Santa ..valicava lo spazio e penetrava come spirito nella chiusa stanza dove tu, passavi la notte orando.
Lo so. E mi interdivo di chiamarti per non farti giungere il lamento del tuo Figlio.
Io ho dovuto sperdere, strozzare l’amore umano per te, Mamma, e calpestare il tuo e il mio amore per camminare sulla via della Volontà di Dio.
Ed ero solo.”.
( Maria Valtorta)