Eccomi, sono pronto! E’ questa la risposta che emerge, dall’angolo più recondito del mio cuore, ogni qualvolta la chiamata di Maria si fa sentire forte e chiara. Non è la prima volta che affronto quel lungo viaggio, eppure, ogni volta è come fosse la prima volta. Ansioso attendo il giorno della partenza consapevole, che il “tentatore”, sempre attivo ed instancabile, farà di tutto per distogliermi da quello che sarà il mio prossimo pellegrinaggio. Frequento Medjugorje dal lontano 1987. Da allora, per grazia di Dio, ho percorso quel tragitto decine di volte. Nel corso di questi 27 anni ho assistito a molteplici trasformazioni.
– Ho osservato la mutazione di Medjugorje: da piccolo paese in “metropoli”.
– Ho visto i campi coltivati lasciare il posto a pensioni ed alberghi.
– Ho guardato i cari sentieri sterrati trasformarsi in comode strade asfaltate.
– Ho constatato che le attività commerciali sono cresciute a dismisura.
Sola una cosa è rimasta immutata negli anni. I volti ed i sorrisi delle nostre guide! Gigi, Giancarlo, Luciano e successivamente Emma con il marito Enzo e tante altre persone che, nel corso degli anni, si sono adoperati per dar vita a quello che oggi è giuridicamente riconosciuto: ”L’associazione amici di Medjugorje di Varese”.
La missione: testimoniare il messaggio della Regina della Pace.
Oggi, questi amici, hanno qualche anno in più e qualche capello in meno ma trasmettono l’entusiasmo e la voglia di chi ha “fatto un incontro”. Infaticabili si prodigano per ottemperare al mandato che, Maria, ha dato loro. In poche parole: rendere proficua la chiamata. Cos’è la chiamata? E’ ascoltare Dio. Sentire la Sua voce, spesso coperta, dal rumore del mondo. Rispondere alla chiamata significa testimoniare. Testimoniare è portare un messaggio pur sapendo che qualcuno chiuderà le porte. Il messaggio va comunque portato perché, come dice Papa Francesco, la Chiesa cammina attraverso la testimonianza. Nel mio piccolo ho sentito la chiamata ed ho trasformato la mia vita. Sono un’altra persona…… Medjugorje è questo!
E’ capire o meglio è saper leggere il disegno che Dio ha per ognuno di noi. Il disegno di Dio è scritto con l’inchiostro simpatico. Possiamo leggere quanto riportato solo scaldando il foglio con una fiamma. Ecco! Medjugorje è quel fuoco d’amore che permette di leggere quello che Dio ha preparato per il nostro bene. Io l’ho letto! Ho trovato la mia vocazione. Non una vocazione sacerdotale ma laica. Nel mio vissuto ho trasformato, con la felicità nel cuore, una parola che fa paura: cancro; in un’altra che bisogna avere il coraggio di pronunciare perché è l’impegno per la vita. testimonianza. Testimoniare è parlare, senza paura, di Dio. Medjugorje mi ha dato questo. Mi sono chiesto ma perché si va a Medjugorje? Dove tutto gravita intorno al famoso triangolo: Chiesa di San Giacomo, Monte della Apparizioni, Monte della Croce. Per il resto………….. solo sassi. Sassi, sassi ed ancora sassi.
Eppure, se il più piccolo sassolino potesse parlare, racconterebbe di una conversione. Ma perché ci rechiamo in questo posto dove d’estate si muore dal caldo, d’inverno si gela e se piove e un acquitrino. Io penso che la risposta vada ricercata in quella frase che la Madonna utilizza per chiudere i Suoi messaggi: “grazie per aver risposto alla mia chiamata! L’assurdo della chiamata sta in questo! Maria, nel Suo immenso amore, ringrazia noi quando dovremmo essere noi a ringraziare Lei per la Sua presenza.
Settembre 2014 (Antonello De Giorgio autore del libro “ Non sono ancora una lapide”)
(Premi qui per vedere la testimonianza completa di Antonello al “Meeting dei Giovani 2014”)