10888465_781420161936943_2476122519053896949_nPochi giorni fa abbiamo celebrato il Natale : ma il messaggio che ci porta- “Vi è nato un Salvatore”– non è purtroppo raccolto da tutti gli uomini. Per questo la Chiesa ci invita a festeggiare l’Epifania.  Ricordo che il nome “Epifanìa” viene dal verbo greco “Epifàino” che vuol dire “mi rendo manifesto ; mi disvélo “ : “Epifanìa “ indica l’azione con cui la divinità si rivela; e proprio per questo gli ortodossi la chiamano piuttosto “Teofanìa “ , ossia manifestazione , apparizione di Dio in forma sensibile.

In un suo denso libretto , il cardinale Giacomo Biffi sostiene che la festa dell’Epifania ,- al di là degli aspetti “pittoreschi” che è andata popolarmente assumendo ( i cammelli, i magi , la befana, la calza con i doni …)- è tra le celebrazioni più “drammatiche” dell’anno liturgico.   Vedo ora di rendere più chiari i due aspetti che ho evidenziato prima , ossia il fatto che non tutti vogliono cogliere la stupefacente novità accaduta nell’oscurità della notte di Natale in una misera capanna di Betlemme – (Il Verbo si fece carne , e venne ad abitare in mezzo a noi , come dice l’evangelista Giovanni al versetto 14 del Prologo del suo Vangelo)- ; ragion per cui Dio fa in modo che sia l’uomo a doversi muovere per incontrarlo , allorché si manifesta nell’Epifanìa.   Ho citato il Prologo del Vangelo di Giovanni che si chiude con queste parole: << Dio , nessuno lo ha mai visto: il Figlio Unigénito , che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che lo ha rivelato>>. “Dio , nessuno lo ha mai visto!”: questa frase del Vangelo paradossalmente è diventata lo slogan di tanti atei dichiarati , quasi la prova della Sua non esistenza !   Ma il testo sacro subito aggiunge :<<proprio il Figlio Unigenito , che è nel seno del Padre , Lui lo ha rivelato>> (Gv 1,18).    Ecco , l’evangelista parla senza dubbio dell’evento centrale della storia della salvezza , ossia dell’incarnazione del Figlio di Dio , che si fa uomo come noi ( e questo fatto noi ricordiamo nel periodo natalizio) .       Le sue parole pongono in risalto anche il carattere manifestato ed illuminante di ciò che è avvenuto : il Dio “invisibile” finalmente , attraverso Gesù, si rivela a noi uomini , e questa è l’Epifania !

La musica sacra aiuta nell’accrescimento spirituale , così da farci meglio comprendere anche il significato di ricorrenze religiose, come quella dell’Epifania , che viene festeggiata  nella liturgia vespertina antecedente la festa.  I vangeli però , oltre alla narrazione di Matteo capitolo 2 ,versetti 1-12 , che viene per l’appunto letta all’Epifania , ci raccontano di altre epifanìe , cioè di altri episodi in cui si manifesta la divinità di Gesù.    Il cardinale Biffi , milanese d’origine , ci fa notare che la liturgia ambrosiana ci ha conservato un’antica composizione , un “Transitorium” della messa del giorno dell’Epifania, che ci elenca appunto quattro di queste epifanie , ovvero l’episodio del battesimo di Gesù nel fiume Giordano; l’arrivo dei magi a Betlemme ; il vino nuovo elargito alle nozze di Cana e la miracolosa moltiplicazione dei pani.   Il titolo di questa composizione , in lingua latina , è “ òdie celèsti spònso iùncta est Ecclésia “. La traduzione recita:

<< Oggi la Chiesa si unisce al celeste suo sposo, che laverà i suoi peccati nell’acqua del Giordano. Con i loro doni accorrono i magi alle nozze del figlio del re, e il convito si allieta di un vino mirabile. Nei nostri cuori risuona la voce del Padre, che rivela a Giovanni il Salvatore : “Questi è il figlio che amo: ascoltate la sua parola >>.

Il senso della festa dell’Epifania– cito sempre passi del libretto di Giacomo Biffi dedicato a questa ricorrenza dell’anno liturgico – deve essere colto nel suo profondo significato : è la festa di una “Luce” che piove dall’alto , regalata da Dio all’umanità che innegabilmente << camminava nelle tenebre>> (Isaia 9,1) . << Ecco , le tenebre ricoprono la terra , nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te >> (Isaia 60,2).   Il mondo in cui viviamo è spesso un oscuro enigma per noi , che non siamo capaci di rispondere alle domande che più contano.

Un grande ed angosciato poeta italiano dell’ottocento (Giacomo Leopardi nel “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”) contemplando nella notte l’infinità tersa del cielo, così si interrogava : << Che vuol dire questa solitudine immensa? Ed io chi sono?>   E poiché era uno spirito lucido, che non si lasciava incantare dal mito conclamato del progresso , concludeva con uno straziato <<non so>> , preludio alla sua disperata confessione : << A me la vita è male !>>.              Il mondo è davvero un enigma oscuro , inaccessibile alla comprensione , per lo più dominato dal male.   Ora, anche Dio è un mistero inaccessibile , ma è anche un mistero illuminante, che fa arrivare la sua luce sul mondo, e ci offre , con la venuta di suo Figlio tra noi , il significato ultimo dell’esistenza e ci svela il nostro destino.   Il Natale è innanzitutto una donazione di luce : il Figlio di Dio è venuto a chiarirci definitivamente chi sia l’uomo, una creatura da Lui amata e chiamata alla gioia; è venuto a dirci quale sia il destino dell’uomo , quello di diventare figlio di Dio; è venuto ad insegnarci cosa sia l’esistenza , uno spazio di tempo che abbiamo per conformarci a Cristo e tentare di vivere , tra noi , da fratelli.

Nella prima pagina del vangelo di Giovanni sta scritta una grande frase :<< La luce splende nelle tenebre , e le tenebre non l’hanno accolta.>>(Gv 1,5). I magi hanno camminato nelle tenebre della notte , guidati da una misteriosa stella, cioè dalla grazia illuminante di Dio , e così sono pervenuti alla luce della vita , a Gesù . << Io sono la luce del mondo; chi segue me , non camminerà nelle tenebre , ma avrà la luce della vita>>(Gv 8,12).       Compito nostro è accogliere questa “illuminazione”, e non fare come Erode, che ha voluto deliberatamente restare nell’oscurità.

Nel vangelo dell’Epifania (Matteo 2,11) leggiamo che i magi , questi “pellegrini”   (I magi siamo tutti noi, pellegrini su questa terra…); i magi , una volta arrivati a Betlemme << Videro il Bambino con sua madre, e prostratisi lo adorarono>>. Maria è dunque con Gesù, l’approdo di ogni umana ricerca , di ogni umano “viaggio”: la devozione alla Madonna è garanzia che presto o tardi si arriverà alla mèta , a Cristo, e per mezzo di Lui , al Padre.    Diamo ora uno sguardo al presepe : in una capanna sta una madre con il suo bambino, ed intorno uomini ed animali che li adorano.   Nell’oscurità della notte risplende l’amore della madre per il suo bimbo, simbolo dell’amore universale che Dio ci ha infuso incarnandosi

[ NB : ricordo brevemente : Giacomo Biffi ,classe 1928 , è cardinale ed arcivescovo emerito di Bologna. Nato a Milano , dal 1975 al 1984 fu vescovo ausiliare della diocesi ambrosiana. Nel 1984 divenne arcivescovo della città di Bologna , carica che tenne sino al 2003 , anno del suo ritiro per raggiunti limiti di età. E’ un ferratissimo teologo , autore di moltissimi libri. Ricordo che nella quaresima del 2007 ha tenuto gli esercizi spirituali alla curia romana ed a Papa Benedetto XVI.]