Approfondendo questo concetto, il grande romanziere russo Fyodor Dostoevskij, ( da “L’idiota”, parte III, cap. 5) ha scritto altrove:
L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui
Non va dunque sottovalutato questo aspetto dell’evento Medjugorje: la straordinaria bellezza della Madonna, unitamente alla sua sorprendente giovinezza (tra i 18 e i 20 anni, secondo la testimonianza dei veggenti5), contesta l’erronea e triste immagine che il mondo moderno si è fatto del cristianesimo come di una realtà grigia e decadente, per non dire, in certicasi, addirittura funerea. La Madonna, che è figura e modello della Chiesa e dell’umanità redenta, con la sua bellezza costringe, per così dire, l’uomo contemporaneo a rivedere tutta la classifica che si era fatto circa i valori effettivi dell’esistenza: nella figura di Maria la verità ultima della vita brilla nel suo reale fulgore e rivela la sua natura di “sommo bene”, irrinunciabile per chiunque abbia a cuore i desideri più vivi, forti e profondi dell’umanità. Guardando a Maria si capisce bene per cosa vale la pena vivere e perciò camminare, sperare, lavorare, pregare, soffrire, gioire. Si capisce alla fin fine una verità sorprendente, che l’uomo moderno cerca di modificare o rovesciare in un senso profondamente riduttivo o negativo:che la morale coincide con il piacere, il bene con la felicità, la verità con la bellezza. La vita morale infatti consiste nel legame con questa Presenza: ma questo coincide con la felicità e con la scoperta che non vi è nulla di più desiderabile al mondo. Ciò non significa che sia esclusa la sofferenza o il sacrificio: anch’essi infatti possono far parte di un disegno buono, il cui scopo, già pregustabile ora, è il sommo bene, il sommo piacere e la somma felicità per l’uomo. E’ lo stesso Tommaso d’Aquino che definisce la gioia come “piacere dell’anima”: ed è veramente la gioia la parola meglio descrittiva dell’esperienza offerta all’uomo della compagnia con Maria, cioè, alla fin fine, con Colui che è la vera causa di tutta questa bellezza e felicità. ( Don Matteo Graziola)