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Gli angeli sono esseri spirituali creati da Dio, naturalmente invisibili all’occhio umano ma che sono intorno a noi e mettono costantemente in pratica i compiti che Dio ha affidato loro.

Tradizionalmente gli angeli vengono classificati in quelli che vengono definiti nove “cori” o “schiere“. Questa divisione si basa su nove nomi di angeli che si rinvengono nelle Sacre Scritture.

San Paolo scrive di loro nelle sue lettere:

Illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi… Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro (Efesini 1, 18, 20-21).

Perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui (Colossesi 1, 16).

L’Antico Testamento aggiunge in molti passi i cherubini e i serafini, e gli arcangeli vengono nominati sia nel Nuovo Testamento (Gabriele, Michele) che nell’Antico (Raffaele e Michele).

San Gregorio Magno inserisce tutti i “cori” in un’unica lista in una delle sue omelie: “Sappiamo sulla base dell’autorità della Scrittura che ci sono nove ordini di angeli, ovvero angeli, arcangeli, virtù, potestà, principati, dominazioni, troni, cherubini e serafini”.

Si crede che ciascuno di questi cori abbia ricevuto da Dio un compito speciale. Il teologo e filosofo Peter Kreeft offre un bel riassunto di questi cori e dei loro ruoli nel suo libro Angels and Demons:

I primi tre livelli vedono e adorano Dio direttamente:

I serafini, il coro più elevato, comprendono Dio con la massima chiarezza, e quindi il loro amore è il più ardente (“Serafino” significa “colui che arde”). Lucifero (“Portatore di luce”) era uno di loro. È per questo che è ancora molto potente e pericoloso.

Anche i cherubini contemplano Dio, ma meno in Sé che nella sua Provvidenza (“Cherubino” significa “pienezza di saggezza”).

I troni contemplano il potere e i giudizi di Dio (i troni simboleggiano il potere giudiziale, giuridico).

I successivi tre cori realizzano i progetti provvidenziali di Dio per l’universo:

Le dominazioni o “domini” (“autorità”) comandano gli angeli inferiori posti sotto di loro.

Le virtù ricevono gli ordini dalle dominazioni e “gestiscono” l’universo, per così dire, soprattutto i corpi celesti (per “virtù” si intende potere, forza, o energia).

Le potestà servono le virtù lottando contro le influenze maligne che si oppongono al progetto provvidenziale delle virtù.

Gli ultimi tre cori ordinano direttamente le questioni umane:

I principati si prendono cura dei principati terreni, ovvero città, Nazioni e regni.

Gli arcangeli (come Gabriele) portano agli uomini gli importanti messaggi di Dio.

Gli angeli ordinari sono gli “angeli custodi”, uno per ogni individuo.

Questo ordine tradizionale degli angeli è una convinzione cattolica accettata, anche se non fa parte dei dogmi ufficiali della Chiesa. San Tommaso d’Aquino è un altro teologo della Chiesa che ha trovato questi cori diversi di angeli nel corso della Scrittura e ha cercato un modo coerente di organizzarli. L’Aquinate dedica un’intera questione nella sua Summa Theologiae a questo concetto, e il riassunto di Kreeft che abbiamo riportato deriva parzialmente da questo.

15895098_1248818925197062_1479864227777761519_nL’aspetto interessante è che in base a questa organizzazione solo gli arcangeli e gli angeli (ordinari) hanno un rapporto diretto con gli umani. Le tante moltitudini degli altri cori angelici o sono con Dio o governano il mondo in modo invisibile. Un’eccezione è San Francesco d’Assisi, che ricevette le stigmate, o ferite di Cristo, da un serafino. Per questo motivo è noto tra i francescani come “padre serafico”.

Che festa sarà per i nostri occhi quando, come Cristo ha detto a Natanaele, vedremo “il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”!

[Tratto da Aleteia, di Philip Kosloski ,  28 Settembre 2017, traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

Preghiera all’arcangelo San Raffaele per la guarigione da un male o una malattia

Raffaele significa “Il Signore guarisce” o “Medicina di Dio”

web-cuzco_school_archangel_raphael-public-domain-pdSan Raffele Arcangelo è uno dei sette arcangeli che sono davanti al trono di Dio. È noto come l’arcangelo guaritore, per il suo intervento divino con il personaggio di Tobit, che salvò dalla cecità. San Raffele è conosciuto anche come il patrono dei viaggiatori, perché con il suo aiuto guida nei viaggi spirituali alla ricerca della verità e della conoscenza. È anche il patrono dei medici e dei ciechi. Nel libro di Tobia, nei capitoli dal 5 al 9 (Antico Testamento), San Raffaele aiuta Tobia a fare un balsamo con le viscere di un pesce, per guarire così la cecità di Tobit, suo padre. Raffaele significa “Il Signore guarisce” o “Medicina di Dio”, e in genere è invocato dai medici, dalle infermiere e da chiunque soffra per qualche malattia. San Raffaele Arcangelo è un potente intercessore che aiuta, per volontà di Dio, a guarire la malattia fisica, mentale e spirituale. San Raffaele condivide il giorno della sua festa, il 29 settembre, con gli altri arcangeli, San Michele e San Gabriele. La preghiera che segue può essere recitata per invocare San Raffaele Arcangelo per qualche intenzione speciale ogni volta che si desidera.

Preghiera di guarigione a San Raffele Arcangelo

O buon San Raffaele Arcangelo, guida spirituale, ti invoco come patrono di coloro che sono afflitti dalla malattia o da un dolore corporeo.

Tu hai fatto preparare il rimedio che guarì la cecità dell’anziano Tobit, e il tuo nome significa “Il Signore guarisce”.

Mi rivolgo a te, implorando il tuo ausilio divino nella mia necessità attuale (mezionare la richiesta).

Se è la volontà di Dio, degnati di guarire la mia malattia, o almeno concedimi la grazia e la forza di cui ho bisogno per poterla sopportare con pazienza, offrendola per il perdono dei miei peccati e per la salvezza della mia anima.

Insegnami a unire le mie sofferenze a quelle di Gesù e di Maria e a cercare la grazia di Dio nella preghiera e nella comunione.

Desidero imitarti nel tuo affanno di compiere la volontà di Dio in tutti i casi.

Come il giovane Tobia, io ti scelgo come compagno nel mio viaggio in questa valle di lacrime. Desidero seguire la tua ispirazione in ogni passo del cammino, per poter arrivare alla fine del mio viaggio sotto la tua costante protezione e nella grazia di Dio.

O Arcangelo San Raffaele benedetto, che ti sei rivelato come l’assistente divino del Trono di Dio, vieni nella mia vita e assistimi in questo momento di prova.

Concedimi la grazia e la benedizione di Dio e il favore che ti chiedo per la tua potente intercessione.

O gran Medico di Dio, degnati di curarmi come hai fatto con Tobia, se è la volontà del Creatore.

San Raffaele, risorsa di Dio, angelo della salute, medicina di Dio, prega per me.

Amen.

[Tratta da Aleteia, traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti].