Il cuore in senso biblico, racchiude tutti i sentimenti e comprende i ricordi e le idee, i progetti e le decisioni. Il Signore, per rendere efficace la sua proposta di salvezza, chiede sempre la “conversione del cuore”. Solo Lui, infatti, conosce i segreti e le intenzioni dei cuori; Lui guarda il cuore. (1 Salmo 16,7).
Il cuore di Maria è immacolato, puro, tutto abitato da Dio, trasparente e cristallino, che riflette la perfezione dell’Amore del Padre per la presenza dello Spirito Santo. La devozione al cuore immacolato di Maria non è stata inventata dagli uomini, viene da Dio, il Signore stesso la vuole. Rivolgendosi a Lucia di Fatima, la Vergine disse:” Gesù vuole servirsi di te, per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”.
Il significato teologico e mariano lo troviamo come riassunto nel capitolo VIII della “ Lumen Gentium” del Concilio Vaticano II: “All’annuncio dell’angelo, Maria accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo” (n 53).
Istituita da Pio XII nel 1944 questa devozione ebbe la sua origine nei secoli scorsi, specialmente per merito di S. Giovanni Eudes nel secolo XVII. Il nuovo calendario liturgico la pone nel giorno successivo alla solennità del S. Cuore di Gesù. A fissarne la memoria contribuirono in modo determinante le apparizioni della Madonna a Fatima nel 1917 e la devozione raggiunse l’apice della diffusione allorché lo stesso Sommo Pontefice , l’8 dicembre 1942, consacrò il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria per ottenere la Lei la pace e la fine del secondo conflitto mondiale.
“Il cuore è la realtà intima e unificante che evoca il mistero che resiste a tutte le analisi, che è la legge silenziosa più potente di ogni organizzazione e utilizzazione tecnica dell’uomo. Cuore indica il luogo dove il mistero dell’uomo trascende nel mistero di Dio; là è la vuota infinitudine che egli esperimenta dentro di sé, grida e invoca la infinita pienezza di Dio. Evoca il cuore trafitto, il cuore angosciato, spremuto, morto. Dire cuore significa dire amore, l’amore inafferrabile e disinteressato, l’amore che vince nell’inutilità, che trionfa nella debolezza, che ucciso dà la vita, l’amore che è Dio. Con questa parola si proclama che Dio è là dove si prega: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Con la parola cuore si nomina qualcosa che è totalmente corporeo e tuttavia è tutto in tutto, al punto che si possono contare i suoi battiti e ci si può fermare in un pianto beato perché non è più necessario andare avanti dal momento che si è trovato Dio. Chi può negare che in questa parola noi ritroviamo noi stessi, il nostro destino e il modo proprio dell’esistenza cristiana che ci è imposto come peso o grazia insieme, e assegnato come nostra missione? “ (K. RAHNER)
Messaggio del 2 luglio 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera a Medjugorje)
“Ogni mattina dedicate almeno cinque minuti di preghiera al Sacro Cuore di Gesù e al mio Cuore Immacolato perché vi riempiano di se. Il mondo si è dimenticato di venerare i Sacri Cuori di Gesù e Maria. In ogni casa siano poste le immagini dei Sacri Cuori e ogni famiglia li veneri. Supplicate ardentemente il mio Cuore e il Cuore di mio Figlio e riceverete tutte le grazie. Consacratevi a noi. Non è necessario ricorrere a particolari preghiere di consacrazione. Potete farlo anche con parole vostre, secondo quello che sentite”.