1798556_760276277370136_7666430559834109292_n(  Sintesi di Giancarlo Comeri: da una predica di Padre Raniero Cantalamessa alla Casa Pontificia).

Le persecuzioni ai cristiani continuano in tutto il mondo.
E contro Gesù di Nazareth si sfoga tutto il risentimento di un certo pensiero laico per le recenti manifestazioni di connubio tra la violenza e il sacro. Come è di regola nel meccanismo del capro espiatorio, si sceglie l’elemento più debole per accanirsi contro di esso. “Debole”, qui, nel senso che lo si può dileggiare impunemente, senza correre alcun pericolo di ritorsione, avendo i cristiani da tempo rinunciato a difendere la propria fede con la forza.

Non si tratta solo delle pressioni per rimuovere il crocifisso dai luoghi pubblici e il presepio dal folclore natalizio. Si susseguono senza sosta romanzi e spettacoli in cui si manipola a piacimento la figura di Cristo sulla scorta di fantomatici e inesistenti nuovi documenti e scoperte. Sta diventando una moda, un genere letterario.
È sempre esistita la tendenza a rivestire Cristo dei panni della propria epoca o della propria ideologia. Ma almeno in passato erano cause serie, degne dell’uomo (Gesú idealista, Gesú socialista, rivoluzionario…).

La nostra epoca, ossessionata dal sesso, non sa ormai rappresentarsi Gesú se non come un gay ante litteram o uno che predica che la salvezza viene dall’unione con il principio femminile.
Crocefissi.pptE poi ci si scandalizza e si grida all’intolleranza e alla censura se, in alcuni casi estremi, i credenti reagiscono inviando lettere e telefonate di protesta ai responsabili. L’intolleranza da tempo ha cambiato di campo in Occidente: da intolleranza religiosa è diventata intolleranza della religione!
Ci si presenta come i paladini della scienza contro la religione: una rivendicazione sorprendente a giudicare da come è trattata in questi casi la scienza storica! Le storie più fantasiose e assurde vengono bevute da molti come si trattasse di storia vera, anzi dell’unica storia libera finalmente da censure ecclesiastiche e tabù. “L’uomo che non crede più in Dio è pronto a credere a tutto”, ha detto qualcuno. I fatti gli stanno dando ragione.

Ci permettiamo solo di rivolgere a nostri contemporanei, nell’interesse nostro e loro, l’appello che Tertulliano rivolgeva a coloro che a suo tempo si accanivano contro l’umanità di Cristo: “Parce unicae spei totius orbis”: non togliete al mondo la sua unica speranza (Tertulliano, De carne Christi, 5,3 – CCL 2, p.881).