rosario3                             QUESTO ARTICOLO HA QUASI LA CONSISTENZA DI UN LIBRETTO,                                  PRENDETE TEMPO E MEDITATELO CON CALMA.

LA MERAVIGLIOSA POTENZA DEL ROSARIO.

Ciò che il Cielo ci ha rivelato sul valore del S. Rosario.

Vi esorto a rileggere e a meditare il messaggio che la Madonna rivolse parlando a noi della potenza ed efficacia che il Santo Rosario ha sempre sul Cuore di Dio e su quello Figlio suo. Ecco perché la Madonna stessa nelle sue apparizioni prende parte alla recita del Rosario, come nella grotta di Lourdes con S. Bernardetta e a Fatima con me, Francesco e Giacinta. E quando il rosario scorre nelle vostre mani gli angeli e i santi si uniscono a voi. Mai come oggi, il mondo ha bisogno del vostro rosario. Ricordate che sulla terra vi sono coscienze prive della luce della fede, peccatori da convertire, atei da strappare a satana, infelici da soccorrere, giovani disoccupati, famiglie nel bivio morale, anime da strappare all’inferno. E’ stato tante volte, la recita di un solo Rosario a placare lo sdegno della divina giustizia, ottenendo sul mondo la Misericordia divina e la salvezza di tante anime. Solo così affretterete l’ora del trionfo del Cuore Immacolato della Madonna sul mondo.

Da quando la Vergine SS. ha dato grande efficacia al rosario, non c’è problema materiale, ne spirituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere con il S. Rosario e con i nostri sacrifici.”

Suor Lucia di Fatima “Bisogna dare più spazio al Rosario. Col Rosario è possibile vincere tutti gli ostacoli che Satana in questo momento vuole creare alla Chiesa cattolica. Tutti i sacerdoti in particolare devono recitare il Rosario. Il Rosario deve essere recitato col cuore e con gioia; non deve essere solo un dovere da sbrigare frettolosamente.”

25 giugno 1985 e 12 giugno 1986, messaggi della Madonna a Medjugorje “Recitate il Rosario. Figlia mia eccoti il Rosario. Tutti coloro che lo reciteranno avranno da Me molte grazie. Esso è un forte legame che vi unisce al mio Cuore. Esso glorifica il Signore, Re del cielo e della terra. Un rosario detto con devozione è un richiamo per qualsiasi intercessione, è la contemplazione dei misteri della fede.. il Padre nostro.. è la preghiera di unione.. la preghiera del Signore.. la preghiera di glorificazione dalla SS. Trinità con la recita del Gloria al Padre.. dì ai miei figli di recitare il S. Rosario anello di fede e di luce e legame di unione, di gloria, di beatitudine.. ecco o figli al corona del Rosario! Chi la reciterà avrà da me tante grazie!.. è una grande unione con il mio Cuore di Madre celeste che glorifica il signore Re del cielo e dell’universo! Riferisci a tutti che mi amino per riparare la moltitudine delle offese fatte al mio Divin Figlio Gesù Cristo.”

La SS. Vergine alle Tre Fontane “Desidero che si continui a recitare il Rosario… Pregate, pregate tanto, almeno 3 ore al giorno, recitate molti Rosari.. recitate il Rosario , pregate con il cuore fervoroso. Il Signore ha toccato molti cuori e li ha infiammati con l’amore del suo Cuore, ha confortato molti sconsolati, ha portato la pace in molte famiglie, in molti cuori. Ha fatto capire a tanti quanto sia stupenda e meravigliosa la preghiera, quanto è efficace la recita del Rosario.”

Padre Pio “Parla del Rosario di mia Madre Benedetta, parla alle anime dei grandi mezzi di salvezza Eucaristia e Rosario.

Don Bosco nei suoi sogni rivelatori vide : ” Una regione selvaggia e sconosciuta, degli uomini alti, di aspetto feroce, che combattevano fra di loro. Andavano incontro ad essi per convertirli, missionari di vari ordini con il crocifisso in mano, ma tutti venivano uccisi. Poi vide avanzare missionari, preceduti da gruppi di giovani. Don Bosco riconobbe i suoi salesiani, e cominciò a temere per la loro sorte. E intanto, noto, che i selvaggi davanti ad essi si fermarono, diventavano pacifici, deponevano le armi e li accoglievano con molta amicizia. Don Bosco vide che i suoi missionari avanzavano con l Rosario in mano.

L’ORIGINE PRODIGIOSA DEL ROSARIO

Il ministro generale dell’Ordine Domenicano Alano de la Roche – ci racconta un suo illustre confratello e teologo contemporaneo, il p. Raimondo Spiazzi  scomparso intorno al 1460 – vide Gesù nell’ostia appena consacrata che gli diceva: “Alano, tu torni a crocifiggermi. Tu mi crocifiggi coi tuoi peccati di omissione. Tu hai sapienza, ufficio e licenza di predicare il Santo Rosario e non lo fai”.

Fu la prima di due apparizioni che ebbe sul Rosario. Nella seconda visione in cui vide anche la Madonna, percepì che i mali principali del mondo erano la lascivia, l’avarizia e la superbia, che avrebbero potuto attirare grandi castighi, se non si fosse fatto ricorso al rimedio più adatto, la preghiera del Rosario. Alla fine la Madonna gli disse: “Predica quanto hai visto e sentito. E non temere perché io sarò sempre con te e con tutti i devoti del mio Rosario “.

Le altre promesse fatte al Beato Alano sono:

1. L’amore del Rosario è un segno di predestinazione al Paradiso;

2. Chiunque reciterà devotamente il Rosario e persevererà in questa devo-zione, vedrà le sue preghiere esaudite;

3. Quelli che recitano il mio Rosario saranno da me soccorsi in ogni loro tribolazione;

4. Io voglio che coloro che cantano le mie lodi col Rosario abbiano luce intellettuale, siano liberi nell’anima e godano abbondanza di grazie;

5. I veri devoti del Rosario non morranno senza i Sacramenti;

6. Io sono Madre specialmente di quei figli del Rosario che si trovano in Purgatorio: ogni giorno ne libero gran numero.

I PRODIGI SI MOLTIPLICANO….

Innumerevoli sono gli episodi nella storia della Chiesa in cui la preghiera del Rosario salvò il popolo cristiano da grandi pericoli. Ricordiamo solo la strepitosa Vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571 e la liberazione di Vienna dall’assedio dei Turchi il 12 settembre 1683, per ricordare solamente i casi più clamorosi. Ma anche in epoca moderna l’arma del S. Rosario ha rivelato la sua straordinaria efficacia specialmente quando è fatta con fede e largamente partecipata dal popolo cristiano…

L’aiuto decisivo di Maria è attestato da numerosi fonti in diverse vicende attraversate dall’umanità lungo i secoli, nei posti più svariati e davanti a multiformi minacce. La vittoria riportata nel Medioevo dai cattolici sugli albigesi, che dilagavano nel sud Europa, si deve in gran parte alla predicazione del Rosario da parte di S. Domenico. Ma anche nei nostri giorni, dopo la seconda Guerra Mondiale, un fatto miracoloso di immensa portata viene attribuito alla preghiera del Santo Rosario.

I sovietici occupano la parte più ricca dell’Austria e incominciano ad organizzare rivoluzioni per impossessarsi del resto. Un frate cappuccino, Petrus Pavlicek, dà avvio ad un grande movimento di preghiera, la Crociata Riparatrice del Rosario, presieduto da una statua della Madonna di Fatima regalatagli dal vescovo di Leiria. Il movimento impegna in più turni 500.000 cittadini, le cui suppliche salgono fino al Cielo, per giorni e notti ininterrottamente, finché tra maggio e ottobre 1955 non si ritira pacificamente tutta l’Armata Rossa, fatto mai avvenuto prima in nessuno dei posti occupati dai comunisti. Lo stesso cancelliere dell’Austria Raab riconoscerà che questo è stato il fattore determinante dell’evento.

Questi esempi ci devono rassicurare che non c’è ostacolo insormontabile, né privato né pubblico, davanti alla potenza impetratoria di questa preghiera, dotata dalla Chiesa di speciali indulgenze e dalla Madonna stessa di promesse straordinarie in ordine alla salvezza, formulate al Beato Alano de la Roche, perché “senza l’aiuto di Maria c’è tutto da temere, col suo aiuto c’è tutto da sperare.

Benefici spirituali concessi dalla Chiesa: Per chi s’impegna a recitare piamente da solo o insieme ad altri un Rosario (5 misteri):

Indulgenza plenaria: applicabile a se stessi o ai defunti.

Condizioni: recita continuata di almeno una terza parte del Rosario; meditazione dei cinque Misteri aggiunta alla preghiera orale; Comunione Eucaristica; Confessione; una preghiera per il Papa.

Quando si ottiene:

a) Pregandolo in chiesa o in oratorio, in famiglia o in una comunità religiosa o in una associazione di fedeli oppure in genere assieme a persone radunate per un fine onesto;

b) anche da soli quando ci si unirà a questa preghiera recitata dal Sommo Pontefice e diffusa dalla Radio e dalla TV;

c) negli altri casi di recita del Rosario l’indulgenza sarà parziale

La forza del Santo Rosario.

Non soltanto fra gli atei o appartenenti ad altre religioni, ma anche sia gli stessi cattolici si sentono osservazioni negative sulla preghiera del Santo Rosario. Esso sembra una preghiera troppo banale e troppo lunga, adatta piuttosto a signore anziane che ai fedeli delle nuove generazioni.

Una volta Papa Giovanni Paolo I, a coloro che provano scetticismo o addirittura rifiuto verso il rosario, rispose in maniera semplice ma profonda: “Pregare il rosario! Naaman si scandalizzò alla richiesta del semplice bagno nel Giordano consigliato dal profeta Eliseo. Egli non voleva credere che questo semplice mezzo l’avrebbe curato dalla sua malattia. Oggi, alcuni si comportano come Naaman e dicono: “Io sono un grande teologo, un cristiano adulto che ha assorbito la Bibbia con i due polmoni e che suda la liturgia da tutti i pori e lei osa consigliarmi il rosario? A che giova?”

Bene, anche i 15 misteri sono la Sacra Scrittura come il Padre Nostro, 1’Ave Maria ed il Gloria. è la Bibbia unita alla preghiera che fa tanto bene all’anima”.

Maria la Maestra del Santo Rosario.

Dall’inizio dell’epoca mariana, nell’1830 anno delle apparizioni della Medaglia Miracolosa, non esiste apparizione della Madonna in cui Ella non ci inviti a pregare il Rosario.

A Lourdes nella grotta di Massabielle, l’ 11 febbraio 1858, la “bella Signora” apparve per la prima volta a Bernardette Soubirous appena quattordicenne. La veggente allora, non sapeva ne leggere ne scrivere e più tardi disse: “Sapevo soltanto dire il rosario ... Vidi una bella Signora vestita con una tunica bianca e una cintura celeste; su ogni piede era poggiata una rosa d’oro. Le perle del suo rosario erano bianche… Ecco, io cercavo nelle mie tacche il rosario. Volevo farmi il segno della croce ma non riuscivo a portare la mia mano sulla fronte perché mi cadeva e la Signora, avendo fra le sue mani il rosario, fece il segno della croce. La mia mano tremava, tentai di nuovo di fare il segno della croce e ci riuscii. Presi il mio rosario. Ella faceva scorrere le perle del suo rosario fra le dita non muovendole labbra. Mi inginocchiai e anch’io feci passare le perle del mio rosario fra le dita mentre guardavo fissa la bella signora. Quando finii il rosario, la bella signora mi chiamò vicino a lei. Non osai però avvicinarmi e rimasi al mio posto”.

Bernadette si preparava recitando il rosario ad ognuna delle successive 17 apparizioni. Per questo suo gesto, la devozione alla preghiera del rosario si rafforzò tra la gente presente e tra i pellegrini. Più tardi, nel monastero, le consorelle di Bernadette ammirarono il modo incomparabilmente bello di fare il segno della croce.

A Fatima Maria si è presentata come “Regina del Santo Rosario”. La prima apparizione, avvenuta il 13 maggio 1917, si concludeva con l’invito: “Pregate ogni giorno il rosario!” Il 13 luglio chiedeva di nuovo: “Pregate ogni giorno il rosario per la pace nel mondo e perché la guerra finisca”. Nell’ultima apparizione, infine, la Madre di Dio esortava l’umanità: “Sono la regina del Santo Rosario. Continuate a pregare il rosario!” Noi invece non l’abbiamo ascoltata e perciò Maria, Madre di tutti i popoli, ci è venuta nuovamente incontro durante la Seconda Guerra Mondiale ad Amsterdam. Anche qui indicava già durante la sua prima apparizione, il 25 marzo 1945, la forza del rosario che teneva nelle sue mani. “Ad esso si deve tutto, bisogna essere fedeli”. Indicando molti soldati, disse: “Loro torneranno presto alle loro famiglie”. Il 16 novembre 1950, rivolgendosi alle famiglie, la Signora di tutti i popoli disse espressamente: “Esse dovrebbero di nuovo inginocchiarsi insieme e pregare il rosario”.

Anche ad Akita, in Giappone, una statua della Signora di tutti i popoli, per ben 101 volte, ha versato lacrime e rivolto al mondo parole molto serie che ricordano il terzo segreto di Fatima e ha invitato alla preghiera del rosario. Nel decreto del vescovo di Ito, in cui viene confermata l’origine divina dell’avvenimento, si legge in data 22 aprile 1984: “Il terzo e ultimo messaggio è stato trasmesso ad Agnese Sasagawa il 13 ottobre 1973 da una voce proveniente dalla statua della Madonna: “Le uniche armi che ci rimarranno sono il rosario ed il segno che ha lasciato mio Figlio. Pregate ogni giorno il rosario, pregate il rosario per i vescovi e per i sacerdoti’!”

A Medjugorje, la Regina della Pace ci incoraggia sempre a pregare tutti i 15 misteri. Nel suo messaggio del 25 luglio 1985 si è rivolta in particolare ai sacerdoti, per ricordare loro, in quanto pastori, questo mezzo potente per la lotta spirituale: “Vì invito tutti a recitare il rosario! Con il rosario vincerete tutti i mali che Satana intende infliggere ora alla Chiesa Cattolica. Che i sacer-doti recitino il rosario! Dedicate il tempo alla recita del rosario!”

Alcuni mesi più tardi, l’8 agosto ci esortava: “Cari figli, oggi vi invito in modo particolare alla lotta contro satana per mezzo della preghiera. Satana desidera agire più fortemente adesso che voi siete consapevoli della sua attività. Cari figli, armatevi contro Satana e sconfiggetelo con il rosario in mano”.

Poiché le indicazioni di Maria sono state prese poco sul serio e non messe in pratica, Ella ha dato ai suoi figli il 25 gennaio 1991 un consiglio materno: “Satana è forte e desidera distruggere non solo la vita umana ma anche la natura e il pianeta su cui vivete … Dio mi ha mandato tra voi per aiutarvi. Se volete, afferrate il rosario; già solo il rosario può fare i miracoli nel mondo e nella vostra vita” … “Figlioli, il rosario mi è particolarmente caro; attraverso di esso voi mi aprite il vostro cuore ed io posso aiutarvi”. (25 agosto 1997)

Nel messaggio del 25 aprile 2001, Maria ci incoraggia di nuovo a prendere in mano il rosario: “Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera. Figlioli, la preghiera opera miracoli. Quando siete stanchi e malati e non sapete il senso della vostra vita, prendete il rosario e pregate; pregate finché la preghiera diventi un’incontro gioioso con il vostro Salvatore”.

Una preghiera sperimentata dai santi

Uno dei grandi apostoli del rosario è stato S. Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716). “Sempre e in tutto a Gesù attraverso Maria“, questo era il suo motto. All’età di 27 anni, appena ordinato sacerdote, scriveva: “Sento il forte desiderio che Gesù e la sua SS.ma Madre siano amati da tutti. Desidero insegnare ai peccatori, come povero e semplice sacerdote, a venerare la S. Vergine”. Per raggiungere questo scopo, egli tenne più di 200 missioni popolari ‘ in Francia con grande successo. La croce e il rosario furono le sue armi più potenti. Mediante la sua singolare venerazione alla “Madre Celeste”, come soleva chiamare Maria, questo mis-sionario infervorava tutti i cuori. Egli non solo pregava con grande predilezione il rosario, ma in molti luoghi fondò anche le Fraternità del S. Rosario. Fino alla fine della sua breve vita, morì infatti a 43 anni, Luigi Maria si portò di villaggio in villag-gio per ben 25.000 chilometri. E non si stancava mai di proclamare al popolo e anche al clero: “Maria è la via più breve a Gesù! Pregate ogni giorno il rosario e se avete il tempo anche tutti i 15 misteri! Non c’è altro che fortifichi il Regno di Dio dentro di noi come la preghiera me-ditata del rosario”.

Il grande apostolo di Vienna e di Varsa-via, Clemente Maria Hofbauer (1751 -1820) che, nonostante grandi perse-cuzioni, per primo diffuse l’Ordine dei Redentoristi a nord delle Alpi, disse con gioia: “Il rosario è la mia biblioteca perché questa semplice preghiera con le sue meditazioni è simile ad una biblioteca con migliaia di libri stampati sui misteri della fede” … “Per mezzo della preghiera del rosario ho raggiunto tutto ciò che desideravo, le conversioni più belle”.

Maria Rizy, una nipote del grande poeta Grillparzer, una volta incontrò P. Hofbauer stremato. Egli veniva da un sobborgo di Vienna dove aveva assistito un malato che da 17 anni non si confessava e che: era morto pentito. “è un bene se qualcuno vive lontano nel sobborgo, perché mi dà il tempo di pregare il rosario lungo la via e non ricordo che mai un peccatore non si sia convertito prima che io avessi avuto il tempo di terminare il rosario”. Questo buon pastore assistette più di 2000 agonizzanti in quella che è l’ora più importante di tutta la vita di un uomo.

Un incontro significativo si conosce anche dalla vita di San Giovanni Bosco (1815-1888), l’apostolo carismatico della gioventù di Torino. Un giorno gli fece visita il Marchese Roberto D’Azelio, fratello del Presidente del consiglio, al quale era legato da amicizia. Entusiasta del-le attività e dei progetti di Don Bosco, il nobile non comprendeva una cosa: perché bisogna perdere tanto tempo con queste lunghe preghiere  le 50 Ave Maria? Bisognerebbe abolire questa pratica noiosa. Don Bosco rispose gentilmente: “Questa preghiera è il fondamento di tutta la mia attività. Rinuncerei piuttosto a molte cose importanti e, se fosse necessario anche alla sua preziosa amicizia, ma mai al rosario”. In verità, il marchese da quel giorno non fece più ritorno.

S. Faustina Kowalska (1905-1938) racconta nel suo diario un evento significativo: “22.5.1937. Oggi è un caldo così soffocante che e difficile sopportarlo; desideriamo la pioggia, ma la pioggia non viene … Quando ho osservato le piante assetate di pioggia, ho provato compassione ed ho deciso fra me di recitare la coroncina fino a quando Dio avesse mandato la pioggia. Dopo la merenda il cielo si è coperto di nuvole e una fitta pioggia è caduta sulla terra. Avevo recitato quella preghiera per tre ore senza interruzione. E il Signore mi ha fatto conoscere che con questa preghiera si può ottenere tutto”. (1128)

Come non pensare subito anche a Madre Teresa (1910-1998), la quale ha fatto scor-rere

in ogni minuto libero le perle del rosa-rio fra le sue mani? Ad un giornalista che le chiedeva quanti rosari pregasse ogni giorno, rispose con modestia: “Non li conto!” Cose simili si possono raccontare della vita del sacerdote stigmatizzato, S. Padre Pio (1887-1968). Egli aveva il dono di poter pregare ininterrottamente il rosario. Lo si vedeva sempre con il rosario in mano o sul polso. Mai ha voluto essere senza la “sua arma”, che teneva sempre pronta sotto il cuscino o sul comodino. Una sera, non trovando nessuno dei suoi innumerevoli rosari, si è rivolto a P. Onorato che nel periodo della vecchiaia lo aiutava a prepararsi per la notte e gli ha chiesto: “Portami l’arma!” Padre Onorato, conoscendo il mondo dei pensieri di P. Pio, ha capito subito. Alla vigilia del suo trapasso, P. Pio ancora raccomandava ad alcuni dei suoi figli spirituali: “Amate la Madonna ed impegnatevi perché venga amata. Pregate sempre il rosario!”

Marcel Van (1928-1959), del quale è in corso la causa di beatificazione, conobbe ancor prima di quelle di un lager di concentramento in Vietnam, incommensurabili sofferenze. Egli voleva diventare sacerdote. All’età di otto anni fu letteralmente perseguitato dal suo catechista per gelosia. Sotto minacce teneva lontano il bambino dai sacramenti; a Van rimaneva soltanto il rosario. “Questo era la fonte della mia letizia e mi faceva gustare la gioia che si sprigiona dal cuore della Madre di Dio. Spesso salivo su una collina per essere più vicino alla Vergine durante la preghiera del rosario”, racconta con innocenza.

Con violenza gli fu tolta la corona. Van, però, continuò fedelmente la preghiera del rosario facendo passare dieci chicchi di caffè da una tasca all’altra. Il catechista, insospettito, glieli tolse. Quando percuotendolo il suo aguzzino gli tolse anche la cintura, un semplice cordone su cui aveva fatto dieci nodi, Van decise così: “Non avevo altra possibilità che servirmi delle mie dita per contare le Ave Maria. Mi sembrava molto pratico perché con questo metodo potevo pregare il rosario dovunque ed inosservato. Dicevo tra me: anche se dovessi offrire le mie dita, non rinuncerei mai ad esprimere il mio amore per Maria, pregando il rosario. Grazie a questa preghiera, Maria è accorsa sempre in mio aiuto con tale efficacia che i demoni che mi hanno tormentato non sono mai riusciti a sopraffarmi”.

Per mano di Maria guidano il gregge.

Tutti i papi del XX secolo, senza eccezione, sono stati fervidi oratori del rosario, cominciando da S. Pio X fino al nostro attuale papa, Giovanni Paolo II. In un epoca di forte combattimento spirituale, che a livello mondiale acquista misure apocalittiche, l’esempio di vita dei papi deve rappresentare per noi la più grande convinzione.

Per esempio, sappiamo che Papa Pio XI un giorno diede a un vescovo francese questo incarico: “Dica ai suoi sacerdoti di pregare molto. Dica che il papa prega ogni giorno il rosario. Fin quando non ha pregato il rosario, la giornata del papa non è conclusa”. (Revue du Rosaire, 1935). Lo stesso avrebbe potuto dire anche Paolo VI, il primo papa ad intraprendere un pellegrinaggio alla Regina del S. Rosario a Fatima, dove Maria nel 1917 durante ogni sua apparizione ha esortato alla preghiera del rosario per ottenere la fine della Prima Guerra Mondiale ed evitare una seconda guerra, ancora più terribile.

Papa Giovanni Paolo I, conosciuto come “Papa Luciani”, morto improvvisamente dopo soltanto un mese di pontificato, incantava il mondo non solo con la sua semplicità e naturalezza, ma anche per il suo tenero amore verso la Madonna. “Il rosario, una preghiera noiosa?” domandò una volta. “Dipende. Può essere anche una preghiera della gioia e della letizia. Se si prega veramente il rosario, questo può trasformarsi in uno sguardo a Maria che cresce di intensità più si allunga la preghiera. Esso é come un ritornello che sgorga dal cuore e, mediante la ripetizione, rappacifica l’anima come una melodia. Una preghiera povera, il rosario? E che cosa sarebbe poi una preghiera completa, vera? Il rosario si compone di una catena di preghiere importanti e piene di contenuti: il Padre nostro, l’Ave Maria e il Gloria. Preferireste piuttosto altissime sofisticherie teologiche? Queste non sarebbero adatte per i poveri, per gli anziani e per le anime umili e semplici”.

Il suo successore, Giovanni Paolo II, chiama il rosario la sua “preghiera preferita”. Egli lo prega quotidianamente e fin quando le forze glielo hanno permesso, lo ha guidato ogni primo sabato del mese alla Radio. Fin dall’inizio del suo pontificato ha incorag-giato tutti a pregarlo regolarmente. Il 1 ottobre 1997 scrisse: “Cari fratelli e sorelle! Recitate il Rosario tutti i giorni! Chiedo vivamente ai Pastori di recitare e insegnare il Rosario nelle lo-ro comunità cristiane. Per il fedele e coraggioso adempimento dei doveri umani e cristiani propri della condizione di ognuno, aiutate il Popolo di Dio a ritornare alla recita quotidiana del Rosario, questo dolce colloquio dei figli con la Madre che hanno accolto nella loro casa (Gv 19, 27)”.

Il Rosario ispira.

L’esempio di Joseph Haydn, (1732-1809), padre della sinfonia, ci mostra il rosario come motivo del meraviglioso sviluppo della forza creativa. Haydn, un compositore della musica classica viennese, che viveva con profonda fede, confessa sinceramente: “Se non ho più nuove ispirazioni, stendo la mano e cerco il mio “cordone dei miracoli”. Quando passeggio su e giù per la stanza, pregando il rosario, mi vengono tante idee e melodie che quasi non sono in grado di fissarle velocemente sulla carta”.

Federico Ozanam (1813-1853), il grande pedagogo e noto apostolo sociale, dopo la sua con-versione avvenuta all’età di 17 anni, per proseguire gli studi, andò all’Università di Parigi. Egli era pieno di desiderio di sapere e slancio missionario. All’epoca, l’Università di Parigi però era la roccaforte dell’ateismo e di una spaventosa scostumatezza. Ozanam, che si trova-va in uno stato di incertezza e di depressione, fece la conoscenza di un amico di suo padre, André Marie Ampère, il famoso professore di fisica e fondatore della elettrodinamica. Questo genio, egli stesso tornato alla fede cattolica dopo alcune vie tortuose, accolse in casa sua il dotato giovane per due anni. La cosa che più impressionò Ozanam fu la religiosità mariana del grande e umile Ampère, tanto che lo vedeva pregare ogni giorno il rosario. “L Ampère, pregando il rosario, mi ha dato più di quanto io abbia letto finora”.

La salvezza di interi popoli per mezzo della preghiera del Rosario.

“Grande è in potenza di un’armata

che tiene in mano i1 rosario anziché la espada”.

(Papa Pio XI)

Più attuali che mai sono avvenimenti noti della storia che ci dimostrano la potenza del rosario in situazioni senza speranza. Oggi innumerevoli persone in tutto il mondo guardano con paura al futuro per il terrore degli estremisti islamici: noi cristiani vogliamo prendere in mano il rosario. Più di 400 anni fa, le mani giunte sono riuscite ad ottenere la vittoria sull’Islam, così anche oggi noi possiamo uscire vittoriosi da questa gigantesca lotta spirituale e militare con le armi della fede e della preghiera, con Maria e sotto la sua protezione. Questo ci insegnano gli avvenimenti della vittoriosa battaglia navale di Lepanto, la liberazione di Vienna dai Turchi, la liberazione dell’Austria dall’occupazione russa e le due rivoluzioni di preghiera che si sono svolte nelle Filippine.

La vittoria di Lepanto

Sotto il pontificato di Pio V (1566-1572), un domenicano, che fu anche un grande orante ed asceta, cadde un evento di decisiva importanza per la Chiesa e tutto l’Occidente: la battaglia navale di Lepanto tra la flotta della Lega Sacra e quella degli Ottomani. Un affresco che rappresenta questo avvenimento si vede in molte chiese dedicate alla Madonna. L’Occidente di allora, politicamente diviso, era minacciato dai Turchi che con la loro politica avrebbero voluto conquistarlo tutto per piegarlo sotto il loro regime ed anche sotto la loro fede.

Dopo che la flotta turca aveva già conquistato alcune isole greche, il piano del sultano fu quello di conquistare il Mediterraneo, prima Malta, poi la Sicilia ed infine Napoli. Papa Pio V si adoperava senza stancarsi per uni-ficare i comandanti cristiani, che era-no in lotta fra loro, per affrontare più efficacemente la superiorità turca. In fine la guida nella guerra di difesa fu affidata al giovane brillante ammira-glio Don Giovanni d’Austria. Pio V, contemporaneamente, faceva appello alla cristianità ad imitarlo nel prega-re il rosario per ottenere, in quella situazione disperata, la vittoria con l’aiuto della Madonna. Si dice che il Santo Padre avesse fatto distribuire rosari ai soldati. L’ammiraglio An-drea Doria portava con sé sulla nave una copia preziosa dell’immagine della Madonna di Guadalupe. Il 7 ot-tobre 1571 aveva luogo la famosa battaglia: si scontravano 500 navi e 170.000 uomini. Testimoni oculari raccontarono che molte croci erano state erette su tutte le navi e come Don Juan, figlio dell’imperatore au-striaco, per primo si fosse inginoc-chiato davanti alla croce supplicando intensamente l’assistenza di Dio, e come tutti i soldati avessero seguito sulle loro navi il suo esempio; furo-no momenti commoventi. Nel giro di poche ore 113 galere turche furo-no affondate, 117 navi catturate e 12.000 schiavi cristiani, che serviva-no come rematori sulle navi turche, furono liberati. La flotta turca, fino a quel momento invincibile, aveva subito una schiacciante sconfitta e l’Europa era stata salvata dall’Islam. Quando Papa Pio V ricevette la notizia del felice esito della battaglia, non si mostrò per niente sorpreso. Si racconta, infatti, che nell’ora della vittoria il papa interruppe all’improvviso il dialogo con il suo tesoriere, aprì la finestra e disse con le lacrime negli occhi: “In quest’ora la nostra flotta cristiana è risultata vittoriosa sui turchi. Ringraziamo il nostro Signore!” Egli stabilì che da allora in poi la prima domenica di ottobre si dovesse festeggiare “Nostra Signora della Vittoria”. Il suo successore, Papa Gregorio XIII, la chiamò “Festa del Santo Rosario”.

Con Maria vinceremo l’armata più forte.

Nonostante i turchi avessero subito una grande sconfitta, il loro spirito di conquista rimase forte.

Il “Re sole”, Luigi XIV di Francia, mediante un patto politico contro l’Austria, offrì ai Turchi la possibilità di ordire nuovi piani di guerra. Ben presto si mosse un enorme armata mussulmana verso l’Europa, sottomise l’Asia minore, conquistò senza pietà l’Ungheria e infine arrivò davanti alle porte di Vienna. Nella dichiarazione di guerra dei turchi all’imperatore Leopoldo I era scritto: “Ti toglieremo il tuo piccolo regno e stermineremo la popolazione dalla faccia della terra”.

Di nuovo tutta l’Europa era minacciata! Se i turchi fossero riusciti a conquistare Vienna, tutto l’Occidente cristiano sarebbe facilmente caduto sotto il dominio islamico. La superiorità dei sol-dati islamici e la loro brutalità non lasciavano un filo di speranza. Ai 160.000 uomini dell’armata turca si contrapponevano soltanto 12.000 soldati cristiani. Un esercito superiore dieci volte non si può vincere! L’imperatore, in questa situazione pericolosa, invitò alla preghiera delle “40 ore” in tutte le chiese. Egli stesso con tutta la sua corte vi partecipò perché sapeva che soltanto Dio poteva aiutare l’Europa a rimanere cristiana.

Il re polacco, Sobieski, offrì all’imperatore Leopoldo il suo appoggio dopo aver intrapreso un pellegrinaggio al santuario nazionale di Cestochova. Lì depose la sua sciabola ai piedi di Maria, la Regina della Polonia, e si affidò alla Sua protezione. Dopo di che anche la Baviera, la Franconia e la Svevia, come pure l’Inghilterra corsero in aiuto dell’imperatore. L’armata cristiana contava ora 60.000 uomini, però a Vienna si trovò di fronte all’accresciuta armata turca che contava ora 260.000 soldati. L’imperatore, in questa situazione senza speranza, chiamò in aiuto il predicatore e taumaturgo italiano, il cappuccino Marco d’Aviano. Egli, come sacerdote amico, gli aveva già dato spesso un consiglio illuminato.

P. Marco d’Aviano arrivò e 1’8 settembre 1683, genetliaco della Madonna, celebrò una S. Messa con i soldati. Di tale avvenimento il re Sobieski scrisse alla consorte: “P Marco ci ha benedetto… Tutti noi abbiamo ricevuto la S. Comunione dalle sue mani… Egli ha tenuto un’omelia straordinaria e ci ha domandato se abbiamo piena fiducia in Dio. Alla nostra unanime risposta affermativa ci ha fatto ripetere più volte le parole “Gesù, Maria”. Egli davvero è un uomo di Dio”.

Il 12 settembre 1683 si svolse la battaglia decisiva. L’imperatore Leopoldo consegnò a ciascun primo battaglione dei suoi reggimenti una bandiera con l’immagine dell’Immacolata. P. Marco, prima dell’alba, celebrò una S. Messa sul Kahlenberg servita all’altare dal re Sobieski, e offrì come sacerdote la sua vita per la vittoria. Poi le armate cristiane attaccarono il campo del nemico con il grido di guerra: “Maria, Vergine pura”! La fiducia nell’aiuto della Madonna faceva crescere in loro un coraggio prodigioso. Inoltre P. Marco passò con la croce nella mano, benedicendo attraverso le linee della battaglia, incoraggiando soprattutto coloro che erano maggiormente esposti al pericolo. Dopo i primi successi dell’armata cristiana, scoppiò nel campo dei turchi il panico, nonostante la loro superiorità numerica. Il temuto comandante Kara Mustafa e con lui tutti i suoi soldati, si dettero alla fuga, lasciando 15.000 tende. Non fecero mai più ritorno. L’Europa fu salvata una seconda volta dai turchi mediante l’aiuto evidente della Madonna. Il re Sobieski espresse ciò pubblicamente quando il predicatore durante la S. Messa solenne di ringraziamento voleva onorarlo per i suoi meriti. Ma il re lo interruppe, si alzò, si inginocchiò davanti all’immagine della Madonna e depose la sua spada dichiarando ad alta voce davanti all’assemblea: “Ella è la vincitrice!”

Papa Innocenzo XI, in segno di gratitudine, dichiarò la data del 12 settembre, giorno della vittoria, “Festa del Nome di Maria”.

L’Austria è libera.

Durante l’assemblea n° 268 a Berlino, il ministro degli esteri sovietico, Molotov, dichiarò con disinvoltura: “Ciò che noi russi abbiamo incorporato, non lo cediamo più!” A questo sopruso dovettero sottostare tutti quei paesi che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, erano stati occupati dai soldati russi: l’Ungheria, la Romania, la Bulgaria, l’Albania, la Cecoslovacchia, la Polonia, la Germania dell’Est ad eccezione dell’Austria. Nonostante Hitler avesse annesso l’Austria il 13 marzo 1938 e nonostante che il 28 marzo 1945 fossero entrati soldati russi, il paese poté riacquistare la libertà. Il popolo attribuisce questa vittoria sull’occupazione comunista al rosario e ad un semplice frate francescano, P. Petrus Pavlicek. P. Petrus fu molto colpito dal messaggio di Fatima che apprese durante la prigionia americana nella Seconda Guerra Mondiale. Egli comprese l’importanza della preghiera del rosario per la pace nel mondo e come le decisioni politiche dipendano più dal popolo che prega anziché dai politici stessi. Sostenuto da questa convinzione, egli fondò nel 1947 la crociata del rosario, i cui membri si impegnarono a chiedere la libertà dell’Austria e la pace nel mondo attraverso la preghiera nello spirito di Fatima. Anche i due cancellieri austriaci, Figl e Raab vi aderirono. Essi non solo partecipavano alle processioni con la recita del rosario, ma lo pregavano anche per conto loro. Ma la meta della preghiera, cioè la libertà dell’Austria, appariva ancora molto lontana. Il ministro degli esteri russo, Molotov, dichiarava ancora nel dicembre del 1954 al ministro degli esteri austriaco Figl, che non ci sarebbero state speranze per la conclusione del trattato politico. Allora L. Figl disse a P. Petrus: “Ora ci rimane soltanto la preghiera!”

II 2 febbraio 1947, a Mariazell, il più noto santuario mariano in Austria, davanti all’immagine miracolosa, la ‘Grande Madonna d’Austria’, P. Pavlicek pregò per la libertà della sua patria.

Come risposta alla sua preghiera sentì nel suo intimo: “Fate ciò che io vi dico e avrete pace!”

Egli comprese sempre più che cosa significavano queste parole.

In seguito iniziò a convincere fedeli in tutto il paese alla preghiera del rosario nello spirito del messaggio di Fatima.

Così ebbe inizio la crociata della preghiera del rosario.

Oggi fanno parte di questo movimento circa 700.000 persone che pregano per la pace. II 12 dicembre 2001 si è conclusa la causa di beatificazione per P. Petrus Pavlicek a livello diocesano.

Ora i fascicoli vengono consegnati a Roma alla Congregazione per le Cause dei santi. La tomba di P. Petrus (1982) si trova nella chiesa dei francescani a Vienna, proprio sotto il pulpito dal quale tenne le sue ardenti omelie.

Pochi mesi più tardi si delineava una svolta sorprendente. Dopo 354 trattative senza esito e dieci anni di preghiere pieni di speranze e aspettative, la domenica 15 maggio 1955 i ministri degli Esteri degli Alleati (Stati Uniti, Francia, Inghilterra ed Unione Sovietica) ed il ministro degli Esteri d’austria Figl, nel castello di Belvedere, firmarono il trattato tanto desiderato.”Con un ringrazziamento all’Onnipotente mettiamo la firma e con gioia esclamiamo L’Austria è libera!”. Questo fu il commento di L. Figl su questo grande momento nella storia dell’Austria. Cose simili racconta Prantner, segretario privato del cancelliere Raab : “Nell’ufficio di Raab cercava un agenda in pelle dell’anno 1955. egli aprì la pagina a metà aprile, cioè i giorni in cui la delegazione austriaca si trovava a Mosca. Li si legge nella nota: “oggi è il giorno di Fatima (13) i russi sono diventati duri. Una giaculatoria alla Madonna. Ella dovrebbe asistere al popolo austriaco”. Il cancelliere osserva: “Vedi, Prantener, fu la Madonna che ci aiutò ad ottenere il trattato!” Non soltanto la popolazione credente, ma soprattutto per i politici stessi questo decisivo sviluppo politico è stato una risposta del cielo alla preghiera del rosario di centinaia di migliaia di persone.

Durante la celebrazione del ringraziamento della crociata del rosario, il 10 settembre 1955, il ministro Figl dichiarava : “Noi tutti, oggi qui riuniti, che ci professiamo con umiltà, ma anche con orgoglio cattolici praticanti, conosciamo la potenza della preghiera: otto anni fa eravamo soltanto un piccolo gruppo di appena 10.000 persone che si sono unite per pregare ogni giorno il rosario per la libertà e la pace in Austria. Nel 1955 sono già 500 000 oranti. Allora io accettai volentieri quell’invito. Per otto anni abbiamo pregato il rosario doloroso e supplicato che il Cielo ci rendesse la libertà e l’indipendenza. La nostra preghiera è stata ascoltata. Oggi possiamo pregare con letizia nel cuore il rosario glorioso, ringraziare il cielo che le nostre implorazioni sono state accolte e che possiamo essere di nuovo ciò che eravamo. Un popolo libero!”

Due rivoluzioni pacifiche

La maggior parte di noi probabilmente ha già sentito parlare del termine “rivoluzione con il rosario”. Ma cosa vuol dire?

Sulla stampa si è parlato nel 1986 del crollo del regime dittatoriale di Marcos, ma poco si è detto sui retroscena. Non fu un caso che l’anno mariano del 1985, chiesto dai vescovi filippini a Rtoma, fosse un anno di conversione, di oblazione e di penitenza e precedesse la “rivoluzione con il Rosario”.

Tutto ebbe inizio quando nel febbraio migliaia di persone con il rosario in mano si sollevarono contro la dittatura militare. Nel giro di quattro giorni dai tre ai quattro milioni di filippini pregarono giorno e notte nella strada della capitale Manila e celebrarono lì anche la S. Messa. I militari avrebbero dovuto disperdere la folla, i fedeli invece procedevano verso i carri armati con il rosario alzato in mano pregando e cantando. “Mai prima erano stati pregati tanti rosari a Manila e in tutto il paese come in quei quattro giorni”, testimonia un giovane padre gesuita. Egli era stato ordinato sacerdote il secondo giorno della rivoluzione e ha celebrato la sua prima S. Messa in mezzo ai carri armati e alla folla in preghiera. Si svolgevano scene di grande commozione. Molti soldati, dopo aver ricevuto dei fiori come segno di pace e di fraternità, scende-vano dai loro mezzi bellici e recitavano le preghiere. Non si dovevano piangere morti. Il 25 marzo Marcos ha dovuto dimettersi. Fu proprio nel giorno della festa di “Nostra Signora della Vittoria”!

Più Potenti delle Armi

Un evento simile è avvenuto con la seconda rivoluzione della preghiera, 15 anni dopo. Un presidente corrotto delle Filippine è stato deposto e il pericolo di una guerra civile è stato evitato per la potenza del rosario. P. Fidelis Stoeckl, testimone oculare, ha scritto alla “Tagespost”: “In una seduta vivace del Senato filippino, trasmessa in diretta alla televisione, venne reso noto che il presidente Josef Estrada, già attore e playboy.., implicato in alcuni affari oscuri, non poteva essere sollevato dal suo incarico in base alla costituzione. La maggioranza dei senatori, presumibilmente corrotta da lui, si era espressa a suo favore e aveva votato per lui…

Il Cardinale Sin, arcivescovo di Manila, nella stessa sera del martedì 16 gennaio 2001 alle ore 23.00 ha rivolto un appello ai fedeli di recarsi al Santuario della Regina della Pace e tenere una veglia fino alla caduta del presidente. Egli stesso ha celebrato poco dopo mezzanotte una S. Messa. Gli uomini accorrevano a migliaia al Santuario che è stato costruito nel punto dove nel 1986 la folla, con il rosario in mano, aveva fermato i carri armati mandati da Marcos. Di giorno in giorno la gente aumentava fino a raggiungere il venerdì la cifra di due milioni. Io stesso il venerdì 19 gennaio con numerosi sacerdoti, seminaristi, religiose e studenti dell’Università di S. Tommaso e con l’immagine miracolosa di Nostra Signora del Rosario mi sono recato al Santuario dove abbiamo perseverato cantando e pregando. Quando poi gli elicotteri militari sorvolavano a bassa quota la folla, la gente pregava e cantava con voce ancora più forte. Il venerdì pomeriggio, all’ora della morte di nostro Signore, un elicottero atterrava nelle vicinanze del Santuario e dopo dieci minuti c’è stato l’annuncio sorprendente che la maggior parte dei generali, disobbedendo al presidente, si era messa dalla parte del popolo. Poco dopo il comandante in capo dell’armata, accompagnato dai generali, giungeva sulla piazza sotto la statua della Madonna, Regina della Pace, e proclamava solennemente il distacco dal presidente e il loro intento di accettare la volontà del popolo. La gioia della gente era immensa… Alle cinque, il cardinale Sin ha celebrato una S. Messa di ringraziamento”.

Il cardinale scrive nella sua lettera pastorale del 24 gennaio 2001: “Come è riuscita la seconda rivoluzione pacifica? Ho una risposta sola: per mezzo della grazia di Dio. Tutte e due le rivolu-zioni pacifiche ci insegnano che il Signore ascolta le nostre preghiere, che reintegra la nostra dignità umana e risana il nostro paese, se noi, il popolo di Dio, ci rivolgiamo a Lui con preghiere e penitenza. Più forte delle armi è la preghiera fiduciosa. Più che i piani strategici, hanno grande effetto penitenza e sacrifici. L’energia silenziosa della gente che prega nelle veglie ha più potenza della forza militare”.

La carità di un Rosario intero

In questo secolo così travagliato, pieno di sofferenza, di avvenimenti che ti lasciano con l’amaro in bocca, allibito, tanto da non credere che fatti così gravi possano ancora accadere in pieno XX secolo, ti domandi che cosa possa valere la vita di un uomo, la vita nella società, la vita nella comunità di cui si fa parte, la vita nella parrocchia in cui si vive.

Conoscere poi una persona che soffre per i peccati degli altri, dovrebbe far nascere almeno il senso della pietà cristiana in tutte le sue manifestazioni più caritatevoli, come, per esempio, una parola di conforto, un gesto tranquillizzante, un’azione che faccia sentire la tua presenza attiva, insomma aiutare concretamente chi si trova nel bisogno, e questo bisogno può assumere svariate forme e dimensioni.

Oggi si è poco propensi a credere nell’azione devastante del demonio, eppure il Vangelo ci mette in guardia, la Chiesa ci insegna, ci esorta e ci raccomanda di rimanere nella Grazia per non subire gli at-tacchi del nemico.

Quando si viene a conoscenza di fatti raccapriccianti di sevizie, di torture, di abusi di ogni genere, si rimane solo in superficie, analizzando gli avvenimenti solo dal punto di vista umano, che non porta ad una soluzione né tanto meno a capi-re le cause e le concause che hanno provocato quel delitto o quell’azione nefanda.

Tutto rimane come prima perché ci si chiude, anche se involontariamente, nell’indifferenza e così si va avanti senza un preciso obbiettivo, rimanendo vittime del proprio egoismo. Non esistono al mondo un ricco o un povero che non abbia-no qualche necessità, ma sono pochi coloro i quali sono disposti ad ascolta-re quali possano essere queste necessità, per poi intervenire concretamente. Così, nell’inattività, anche le idee più qualificanti rimangono utopia, se nessuno è disposto a fare qualcosa.

Chiedersi perché un uomo faccia tanto male, si avvilisca con azioni indegne, si abbassi ad essere un animale, rimanendo nell’umano, nel sociale, non risolve il problema.

Continueranno le liti, le divisioni, le disgregazioni delle famiglie, i delitti, gli aborti, le truffe, le violenze di qualsiasi tipo e genere, se non si riconosce che l’uomo, oggi come ieri, ha un solo bisogno, una sola necessità: ritrovare il suo Dio, il suo Creatore. L’uomo senza Dio non può fare nulla, non è nulla.

Ecco cosa diceva Padre Pio: “L’uomo è di una superbia tale, che, quando è provvisto di mezzi e di salute, crede di essere un dio se non addirittura superiore a Dio stesso, ma quando poi avviene un fatto per cui lui nulla possa e nulla possono i suoi simili, allora soltanto si ricorda che c’è un Ente Supremo”.

In tutte le apparizioni della Santissima Vergine Maria, è dato un elemento comune per lottare e com-battere il nemico, il demonio: la recita del Santo Rosario.

“Da quando la Santissima Vergine ha dato efficacia speciale alla recita del Santo Rosario, non c’è problema materiale né spirituale, nazionale od internazionale, che non si possa con esso risolvere…”, disse la veggente di Fatima, Lucia, carmelitana in un convento di Coimbra, e il Papa, Giovanni Paolo II, afferrando il rosario e mostrandolo a chi lo intervistava, ha detto: “Ecco il rimedio contro questo male… pregate, pregate…”.

 

(Da un post di Radio Maria del 13 ottobre 2017).