Il 22 luglio, è la Festa liturgica di santa Maria Maddalena, quest’anno 2016, è stata la prima in assoluto. Nel Calendario Romano generale era memoria obbligatoria, e per espressa e tenace volontà di Papa Francesco è stata elevata appunto al rango di Festa con decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in data 3 giugno 2016.
PREGHIERA A SANTA MARIA MADDALENA
O Gloriosa Santa Maddalena, modello di penitente, fammi ottenere la grazia della perseveranza nel praticare l’autonegazione, conforme con i miei giuramenti; prega Dio per me che possa apparire davanti a Gesù nostro Signore e Maestro; al momento della mia morte, con la lampada piena dell’olio della speranza e ardente della pura fiamma della carità, cosicchè sia meritevole di essere ricevuto nel Regno Eterno di Dio. Amen.
È una festa importantissima e la stragrande maggioranza delle persone non ricorda nemmeno che Maria di Magdala (questo il significato dell’aggettivo-soprannome “Maddalena”), che Gesù liberò dai demoni, sia santa, santa prima di molti altri santi importantissimi, persino degli Apostoli, di cui come brillantemente dice il teologo Ippolito Romano (170 ca.-235) fu l’apostola. Per di più viene erroneamente identificata con l’adultera che, convertita, segue Gesù nel Vangelo, anzi le due adultere di cui parla il testo sacro: la donna che nella casa Simone il Fariseo lava i piedi del Signore con le lacrime asciugandoli poi con i capelli (Vangelo di Luca) e la donna salvata dalla lapidazione (Vangelo di Giovanni). In nessun passo evangelico una di queste donne è identificata con la Maddalena e l’equivoco nasce dal fatto che della santa seguace del Maestro assieme agli Apostoli si parla nel capitolo subito successivo all’episodio accaduto nella casa di Simone.
Un qui pro quo pio, questo, diffuso nella storia della Chiesa da santi, papi e dottori, ma nel nostro mondo disposto a credere in qualsiasi cosa pur di non credere al Vangelo anche l’«apostola degli apostoli» (questo, espressamente, è il titolo di maggior merito riconosciutole) è una contraffazione.
Mille caricature traboccanti di eresie e di scempiaggini ne hanno fatto la “moglie” di Gesù e il vero Santo Graal (il “sang real”, la discendenza del Nazareno), la rivincita clandestina dell’eterno femminino conculcato dalla Chiesa costantiniana “maschilista” e “imperialista”, la sacerdotessa della “dea madre”, l’archetipo della strega odiata dagl’Inquisitori, il sigillo del matriarcato primigenio tra sesso e potere.
Mario Arturo Iannaccone illustra e analizza questa vera e propria devianza lungo gl’itinerari letterari e psicologici della modernità con il denso Maria Maddalena e la dea dell’ombra. Il sacro femminile, la spiritualità della dea e l’immaginario contemporaneo (Sugarco, Milano 2006), ma l’antidoto immediato ed efficace per i credenti, e per tutte le persone di buona volontà, lo fornisce il padre domenicano Giorgio Carbone con Maria Maddalena. Il Codice da Vinci o i Vangeli? (Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 2005). Un testimonial eccezionale, visto che in Occidente il culto di santa Maddalena è stato diffuso soprattutto dai domenicani.
Alla base di tutto sta la manipolazione che della santa operano i “vangeli” apocrifi rigettati dalla Chiesa e i testi gnostici incompatibili con il cristianesimo. Nel sovrastimato Il Codice da Vinci, la fantasia di Dan Brown predilige il Vangelo di Filippo (la Maddalena spuria compare anche in altri apocrifi), ovvero uno scritto gnostico in lingua copta composto probabilmente all’inizio del secolo III che s’incentra sul «mistero della camera nuziale» consumato mediante il «rito del bacio» con cui l’anima prigioniera del corpo può finalmente ricongiungersi al principio divino e la Maddalena farsi così «compagna» o persino «coniuge» di Gesù, il quale addirittura la bacerebbe. Ma si tratta appunto di dottrine eterodosse che la Chiesa Cattolica in ciò seguita perfettamente anche da tutto il protestantesimo ha da sempre ricusato proprio perché completamente infondate sul piano storico. Del resto, questo tipo di letteratura gnostica ha più il passo del fervorino spirituale (eretico) carico di valenze simboliche e non fattuali che il piglio del testo mirante a presentarsi come storico.
Né è vero, come molti ripetono (riecheggiando consciamente o meno Dan Brown), il “complotto” con cui la Chiesa Cattolica avrebbe cercato di nascondere il ritrovamento di questi testi ritrovati nel 1945 a Nag Hammâdi in Egitto: sono comunemente pubblicati anche da case editrici cattoliche, il loro contenuto è noto sin dai primi secoli attraverso autori cattolici (che pure ne conoscevano versioni parziali) e il messaggio autentico del Vangelo è stato trasmesso inalterato dall’inizio a oggi senza né bisogno né influsso delle versioni eretiche.
Il cattolicesimo, insomma, non ha bisogno di correzioni gnostiche o pop per mostrare al mondo il mistero della sua sublime bellezza, e c’è da scommetterci che anche questo il Pontefice ha avuto in mente nel richiedere con forza l’istituzione della festa di santa Maria Maddalena in un tempo come il nostro devastato dalla confusione, plagiato dal relativismo, incapace di distinguere un maschio da una femmina (gender, LGBT) ma solo di manipolare una volta in più la figura femminile snaturata della sua preziosità (femminismo).
Se vuole, infatti, il cattolicesimo sa essere più meraviglioso di chiunque altro. Nella Legenda aurea si racconta per esempio che per sfuggire alle persecuzioni in Palestina la Maddalena sia approdata fortunosamente (si dice nel 48) con i fratelli e altri discepoli (tra cui santa Marta e persino san Lazzaro) sulla costa della selvaggia Camargue, precisamente a Saintes-Maries-de-la-Mer (Giotto, nella Basilica inferiore di Assisi, dice poco distante, a Marsiglia). Quella che oggi è una ridente località turistica deve cioè il nome proprio alla santa di Magdala, le cui reliquie sono poi state venerate a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, in Provenza, finché la Rivoluzione Francese non le ha profanate e disperse (ma non la testa, custodita nella caverna-santuario di La Sainte-Baume dove la santa avrebbe vissuto i suoi ultimi giorni, e un suo piede, venerato per secoli a Roma).
E ancora ci sono le uova colorate come simbolo della Pasqua di Cristo: sono rosse nel cristianesimo orientale dove una pia leggenda racconta che a un banchetto dell’imperatore romano Tiberio la Maddalena si presentasse con un uovo, simbolo di nascita e dunque risurrezione, esclamando: «Cristo è risorto!». L’imperatore beffardo rispose che era tanto probabile quanto che quell’uovo divenisse rosso, cosa che puntualmente accadde.
È infatti la Maddalena la testimone del Risorto, la prima, colei che dal sepolcro vuoto trasmette la Buona Novella a Maria di Nazareth e agli Apostoli: cioè alla Chiesa. Oggi è la Festa rotonda di santa madre Chiesa. (articolo di Marco Respinti )
INTERVISTA A PADRE GIORGIO MARIA CARBONE SULLA VERITA’ STORICA DI S. MARIA MADDALENA.
Padre Carbone, che ruolo ha Maria Maddalena nella Chiesa?
Santa Maria Maddalena è una figura davvero rappresentativa della cristianità, tant’è che noi domenicani, riconoscendone l’importanza, già ne celebravamo la festa. Perché è colei che il teologo Ippolito Romano (170-235 d.C.) ha definito “l’Apostola degli Apostoli”. È infatti la prima che ha visto Gesù una volta risorto, secondo quanto descritto nel Vangelo di Giovanni. L’ha visto, dapprima non l’ha riconosciuto, ma poi è corsa a dirlo a gran voce agli undici, ancora sconvolti per quello che avevano visto al Golgota e dell’essere rimasti senza guida. È in questo episodio che si capisce la centralità della figura femminile di Maria Maddalena.
Una donna al centro della storia. E c’è chi dice che il cattolicesimo sia maschilista.
Cerchiamo di immedesimarci nella società ebraica di quel tempo. Le parole di una donna non valevano niente, in qualsiasi contesto, ma Cristo ancora una volta ha capovolto le regole della società ebraica, delle leggi mosaiche. E ha scelto di apparire, per la prima volta da risorto, proprio a una donna. Già durante il periodo delle sue predicazioni, nel vangelo di Luca, si narra che andasse in giro con il seguito dei dodici e un gruppo di donne. Proprio in una di queste occasioni si cita Maria di Magdala, come prima del seguito femminile, una donna che era stata liberata da sette demoni, tramite esorcismo praticato da Gesù stesso. Non viene però detto che tipo di vita Maria Maddalena conducesse prima di questo episodio, pertanto non possiamo sapere di quali peccati si fosse macchiata. Scopriamo però che è una donna di Magdala, un villaggio di pescatori in prossimità del lago di Tiberiade. E la ritroviamo poi ai piedi della croce, con Maria la madre di Gesù e sua sorella, secondo quanto dice l’evangelista Giovanni. Questo non è un dettaglio da poco, anzi, è una figura retorica tipica della narrazione sacra, detta “dell’inclusione”. Citando Maria di Magdala all’inizio delle predicazioni di Cristo per i villaggi e alla fine della sua vita terrena, sul Calvario, gli evangelisti ci stanno dicendo che la Maddalena è sempre stata vicino a Cristo.
Questo è insolito per la società dell’epoca.
Gesù ha voluto fin da subito controvertire le tradizioni che esistevano prima della sua venuta. Si è proposto lui stesso come guida, e ha scelto gli uomini e le donne che ha voluto accanto a sé nel cammino di predicazione, al contrario di quanto facevano i rabbini, che venivano nominati dai fedeli. E ha scelto di fare messaggero del suo messaggio di resurrezione Maria di Magdala, rendendo così una donna portatrice di una missione superiore. Ancora oggi, molto spesso accade che siano le figure femminili a fare da tramite per la trasmissione della fede. L’ha recentemente dimostrato anche una ricerca compiuta dalla professoressa universitaria di Bologna, Maria Teresa Moscato, che ha registrato che il 70 per cento dei ragazzi ha insegnamenti cattolici da una donna, magari una nonna o una catechista. Donne che portano avanti il messaggio di Cristo senza bisogno di essere portatrici di un sacramento, come accade ai sacerdoti, ma ugualmente centrali.
C’è un po’ di confusione relativamente alla figura storica di Maria di Magdala. Ed è a questo che si è attaccato per esempio Dan Brown, che ha dato alla Maddalena un ruolo ambiguo.
La confusione può derivare innanzi tutto da una lettura forzata dei Vangeli. Sono tanti gli episodi in cui vengono citate figure femminili, molto spesso senza che si dia loro un nome proprio. Nel Vangelo di Luca, mentre Gesù si trova a casa di Simone il Fariseo arriva una donna, una nota peccatrice della città, che gli bagna i piedi con le lacrime e glieli asciuga con i capelli. Nel capitolo immediatamente successivo, si nomina Maria di Magdala, come donna a seguito di Gesù con gli apostoli. Ed ecco quindi il primo equivoco: pensare che si tratti dello stesso personaggio. Altri la collegano alla figura dell’adultera salvata dalla lapidazione, nel vangelo di Giovanni, anche in questo caso senza nome, quindi non è dimostrabile che sia proprio lei. Lo scrittore Dan Brown, invece, si è ricollegato a un vangelo apocrifo, quello di Filippo, nel quale si dice che Gesù aveva sempre accanto a sé Maria di Magdala, facendo intendere che fossero uniti da qualche vincolo. Ma appunto è apocrifo, dobbiamo rimanere ai lavori dei quattro evangelisti e alla loro ricchezza. La Maddalena è “l’Apostola degli Apostoli”, secondo quanto detto da Ippolito Romano, un epiteto che riassume bene il destino di questa Santa, a partire dalla rivelazione del Cristo risorto.
Santa Maria Maddalena, l’Apostola degli Apostoli. (Tratto da Tempi.it).