Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Sarebbe bellissimo che io, prima di predicare agli altri, avessi fatto tutto quello che dico a loro... (Da un'omelia a Vittorio Veneto il 29/6/1968)."
 
L’umiltà, tanto cara a quel figlio di Canale d’Agordo nato nel 1912, era la chiave di ogni riforma. Non la rivoluzione, non l’ideologia, non la politica o il successo, ma quel profondo e inaudito contatto con se stessi che porta l’uomo al cospetto di se stesso, al cospetto del Mistero di Dio.
 
Oggi, domenica 4 settembre Albino Luciani –Papa Giovanni Paolo I – sarà proclamato Beato. E l’anno sociale, che simbolicamente si apre con il 1 di settembre, non poteva non iniziare con un volto più significativo ed emblematico.
 
Di fronte ad un Paese disorientato, a tratti disilluso e scoraggiato, di fronte ad un autunno difficile, tra guerre presenti e future, con crisi sempre più grandi pronte a travolgere ogni umano progetto, di fronte ad una vita che a volte stenta a trovare la sua bussola, Luciani è ancora oggi profeta di SPERANZA, di una novità che non viene da un nostro sforzo, ma dall’arrenderci ad un fatto che sta per accadere e che possiamo scorgere ogni volta in cui ci mettiamo davvero in ascolto, disponibili a farci SMUOVERE e inquietare.
 
La vita non cambia per una strategia o per il perseguire una nostra misura. La vita cambia perché, ad un tratto, RICOMINCIA. E ogni morte, anche quella del “Papa del sorriso”, non è altro che il preludio di QUALCUNO che viene, di QUALCOSA che inizia.
 
Qualcosa che, di solito, viene da lontano. Nel 1978 quel “qualcosa” si chiamava Karol Wojtyła, nelle vite di ognuno di noi – nel 2022 – si chiama IMPREVISTO.
L’INAUDITO di Dio che, contro ogni pronostico, non si è ancora STANCATO di noi ed illumina il nostro cammino col VOLTO di chi NON t’aspetti. Col dono dei suoi santi.
(Da il Sussidiario- Federico Pichetto)
 
«Uno dei più brillanti vescovi è stato san Paolo apostolo, il quale diceva della propria predicazione fatta a Corinto: “Io ho gettato il seme, ma nulla sarebbe successo se Dio non l’avesse sviluppato e fatto sbocciare”. Non è questione di correre; è questione soltanto di MISERICORDIA e di DELICATEZZA di Dio. Io Vescovo e i miei sacerdoti possiamo istruire, illuminare, convincere anche, ma non di più; SOLO Dio può toccare il cuore e convertirvi».
(Prima omelia in Cattedrale, Vittorio Veneto, 11 gennaio 1959) Solo Dio può toccare il cuore!)
 
“È stato accennato a Pietro, alla gerarchia. A me ha fatto piacere specialmente che Chiara Lubich abbia sottolineato che Pietro è stato un povero peccatore. Io predico sempre alla povera gente: guardate che il centro del cristianesimo è DIO che ci AMA. Chi non ha capito questo, non capisce il cristianesimo. E – aggiungo – è un amore non solo vivissimo, è intramontabile; non si scoraggia mai, l’amore del Signore; anche se io faccio dei peccati, se scappo da lui, lui mi corre dietro… Questo bisogna sentirlo ad ogni costo, altrimenti non capiamo il cristianesimo.
(Dal discorso di Albino Luciani, patriarca di Venezia, ai Focolarini nel 1978