Raccontarsi è far conoscere…

Apparizioni “straordinarie”. Continuo a raccontarmi nella speranza che a far conoscere vuole dire aiutare a comprendere il grande avvenimento della storia, che sono le apparizioni della Madonna a Medjugorje, un dono immenso per noi uomini di questo tempo, per la nostra salvezza. “Le cose di Dio incominciano sempre nella piccolezza e crescono nel silenzio e nella fedeltà, in modo tale che, quando si manifestano al mondo, sono preparate a resistere alle insidie e alle difficoltà del serpente antico”.    (P. Livio Fanzaga-La luce nella tempesta-Piemme)

In questi quarant’anni Medjugorje ha vissuto una storia esaltante ma anche travagliata. Tutti noi pellegrini e anch’io pellegrina, abbiamo, ho seguito il cuore e la volontà impressionante e coinvolgente di tornare ogni volta che fu possibile in questi trentatré anni, di più viaggi annuali, compreso il periodo bellico e superando difficoltà e fatti che solo il Signore ha voluto e protetto. Ma di questo ne parlerò più avanti, il periodo bellico è una parentesi tristissima, la guerra è mostruosa e l’odio è il volto del demonio, è la morte della creatura e della creazione.

Torniamo alle apparizioni straordinarie che avvengono sulla collina delle apparizioni alla sera verso le ventidue per raccontare, in parte, le esperienze vissute.  In una di quelle sere, all’inizio dei miei viaggi, ero anch’io in attesa dell’apparizione accompagnata da un caro amico di Medjugorje, Ante; ero in mezzo al gruppo di preghiera che si era creato fin dai primi tempi, e vissi quell’incontro con la Madonna tramite gli occhi di Ivan (il veggente). Erano, ripeto, i primissimi tempi e in me c’era anche un po’ di curiosità.

Ho detto tramite gli occhi di Ivan perché durante il silenzio dell’apparizione, mi voltai verso di lui a me vicino e vidi, nei suoi occhi rivolti verso la Regina della Pace, una luce che ancora oggi dopo più di trent’anni non saprei spiegare, ma che mi convinse all’istante, con un brivido dentro, che lì nel punto in cui lui guardava, c’era la Vergine Maria che dialogava con lui. Occhi profondi, con una luce di cielo indimenticabile, occhi brillanti di dolcezze infinite, visti nonostante la fioca luce della luna e delle stelle, occhi che sono penetrati fino alla radice del mio essere, vivi, di una vita ultraterrena, occhi che non hanno, ancora oggi, una risposta razionale ma solo trascendentale e li rivedo sempre e comunque con affetto nella mia anima.

Poi il mio sguardo andò sul punto fissato da Ivan. All’istante pensai con profonda commozione che la Vergine Maria stava vedendo anche me, lì dov’ero e a questo punto mi travolse un’emozione così forte che se non fossi stata in ginocchio, sarei barcollata. In questi incontri materni le lacrime scendono copiose e silenziosamente accarezzano le guance e i cuori implodono di felicità,… poi i canti, le preghiere recitate con voci soave, fanno da corollario al tuo essere amata dal cielo.

“Dona la pace ai nostri cuori o Signore”, era l’invocazione che scaturiva nella semplicità dell’essere tutti insieme, un sol cuore, una sola voce, una sola letizia che saliva come la Vergine, verso il cielo, nella volta stellata del firmamento.

Ricordo un’altra delle stesse apparizioni cosiddette “straordinarie “della sera, sulla collina delle apparizioni; lo cito perché è una testimonianza di un fenomeno meraviglioso. Prima però preciso che nel punto del monte Crnica, la cosiddetta collina delle apparizioni dove sono avvenute e ancora oggi avvengono queste apparizioni straordinarie, proprio dove ora c’è la bianca statua della Regina della Pace, nei primi anni vi era soltanto una semplice Croce di ferro, trattenuta da un cumolo di sassi rocciosi messi a sostentamento della stessa.

Il veggente afferma che la Vergine Maria solitamente appare proprio in quel punto e se ne allontana nel segno della Croce.

Fra quei sassi a volte si posavano dei fogliettini con richieste d’intercessioni che portavamo dall’Italia. Le preghiere di richiesta hanno sempre accompagnato i pellegrinaggi, come il ritorno porta il dono di una coroncina benedetta, questo fa gioire e rasserenare le sofferenze della vita.

Un’altra notazione è che un cielo così limpido e sfavillante stelle, l’ho visto solo a Medjugorje, in montagna e in mare aperto sulla tolda della nave che ci portava da Ancona verso Spalato per Medjugorje.

Senza le luci devianti delle città, nel buio lo splendore del firmamento si fa rugiada di perle preziose e cangianti, palpitanti come i cuori puri. Quella sera nel momento dell’apparizione della Madonna, ricordo un avvenimento inspiegabile, se non con il fatto che più importante dell’universo è la presenza della Vergine ai suoi figli, perché ho visto, abbiamo visto in parecchi, questa Croce raccogliere su di se, tante stelle in uno spazio limitato, dove brillavano e tremolavano solo su di essa, mentre attorno, il cielo era buio. Segni inspiegabili che sono accaduti frequentemente a Medjugorje soprattutto nei primi tempi.

Poter partecipare ad una apparizione nei primi anni era facile, evidentemente avevamo bisogno di vivere quelle esperienze di fede forte, di grazia, di amore per essere preparati per il futuro. Futuro che mi vide assieme a compagni di cammino mariano, svolgere un servizio di accompagnamento fatto con pazienza, perseveranza, sollecitudine e tantissimo amore nella certezza che la Gospa aveva bisogno anche delle nostre misere capacità. Per potere realizzare il suo piano di salvezza la Madre ha bisogno di ciascuno di noi “Cari figli, ognuno di voi è importante nel mio piano di salvezza. Io vi invito ad essere portatori del bene e della pace” …” Attraverso la preghiera l’Altissimo vi darà l’abbondanza di grazia e voi diventerete le mie mani tese in questo mondo inquieto che anela alla pace. Figlioli, testimoniate la fede con le vostre vite…io sono con voi”.   [Emma continua…]