Parla l’esorcista don Aldo Buonaiuto: dietro le maschere l’opera del diavolo. Apriamo gli oratori non alle zucche vuote ma ai santi.
Ad Halloween lo “scherzetto” lo fa il diavolo. Dalla festa in maschera all’occultismo il passo è breve. Ne è convinto don Aldo Buonaiuto, esorcista e coordinatore del Servizio AntiSette e del Numero Verde di aiuto alle vittime dell’occulto 800 228866 della Comunità Papa Giovanni XXIII. Il centralino a ottobre è incandescente. La storia che racconta è di pochi giorni fa: “Ha chiamato una mamma disperata, che aveva scoperto le bugie del figlio, persona stupenda, sincero, e il cambio improvviso di amicizie da un paio di mesi, fino a scoprire che il ragazzo aveva profanato un cimitero… Ho parlato con questo ragazzo: perché l’hai fatto? E la prima parola è stata Halloween. In lacrime mi ha raccontato della forte persuasione di questi nuovi amici, che lo hanno proprio plagiato. Inizialmente sembrava tutto uno scherzo, un gioco, poi lui ha scoperto che facevano sul serio, che tutti credevano in quello che facevano ma lui non riusciva a slegarsi da loro”. Un episodio che fa capire quanto sia facile entrare dentro questi circuiti. E, “soprattutto per un giovane, non è facile poi distaccarsi, per la vergogna, la paura, e tante dinamiche tipiche dell’età”.
Don Aldo Buonaiuto ha appena dato alle stampa il libro “Halloween. Lo scherzetto del diavolo”, che approfondisce gli aspetti storici e sociologici del fenomeno. Altro che “dolcetto o scherzetto?”. La famosa espressione “trick or treat?” ovvero “offerta o maledizione” richiama invece le origini celtiche di questa ricorrenza, in cui si offrivano sacrifici al dio della morte, Samhain, per propiziarsi un buon inverno. Nonostante il significato più recondito sia nascosto dalla patina commerciale, “Halloween rimane la festa più importante dei satanisti, su cui si innestano occultismo, esoterismo, magia, stregoneria”.
Dietro le maschere don Aldo vede “l’opera subdola e insidiosa del diavolo, che in modo strisciante cerca di arrivare indirettamente alle sue vittime”. L’operazione mediatica fa il resto: “Oggi i bambini non sanno nemmeno che esiste la festa di Ognissanti, mentre conoscono – perché viene inculcata nelle scuole – la realtà di Halloween”.
Quanto alla commemorazione dei defunti, “le due realtà non sono neanche paragonabili. Halloween esalta lo spiritismo, la medianicità, il mondo invisibile legato alle forze demoniache, mentre la festa liturgica è legata alla fede nella vita eterna, alla risurrezione della carne. Le religioni hanno rispetto dei defunti, mentre Halloween non ha alcun rispetto, anche i morti vengono oltraggiati”. Dunque, “guai a banalizzare il fenomeno. Per molti sarà solo un momento di svago, ma per i satanisti anche la partecipazione indiretta conta, il riconoscimento del regno maligno anche di chi semplicemente si traveste”. Sarà che “così fan tutti” ma – si chiede don Aldo Buonaiuto: “quale genitore vorrebbe vedere un figlio con il volto deformato, senza occhi, spaccato, che gronda sangue? Qual è il divertimento? Qual è il gioco? Cosa, in realtà, si nasconde dietro questo fenomeno che spinge a considerare normale una cosa del genere?”
L’esorcista del Papa Giovanni XXIII ne è convinto: “La nostra società non ha bisogno di Halloween, di tutto abbiamo bisogno tranne che delle mostruosità, delle immagini violente e aggressive del macabro e dell’horror. Questa società non ha bisogno delle tenebre, i nostri ragazzi hanno bisogno della luce. Consegniamo loro la festa dei santi, questa bellezza! È una grande sfida in una società che si accanisce sulle cose brutte per farle diventare normali”. Da qui l’invito a preparare feste sulle vite dei santi e un appello a sacerdoti, insegnanti e catechisti: “Abbiate il coraggio di testimoniare la fede di questi grandi eroi, i santi e i beati, che hanno tanto da trasmettere a questa società. Aprite le porte degli oratori non per le zucche vuote ma per creare feste bellissime. Ognissanti è una grande occasione, non per contrastare ma per essere quello che noi siamo, figli della luce”. (Marinella Bandini)
Halloween: nuoce gravemente all’anima
Halloween è considerata da molti una festività al pari del carnevale, dal quale si differenzia soltanto perché il tema delle maschere non è liberamente scelto, ma deve riprodurre qualcosa di macabro, che abbia a che fare con il regno dei morti in modo realistico o caricaturale. Molti ritengono che i suoi festeggiamenti siano in collegamento con le due ricorrenze dei santi e dei morti, l’1 e 2 novembre, allo stesso modo in cui il carnevale introduce la Quaresima.
In realtà, analizzando l’impostazione attuale di questa ricorrenza, non esiste in essa nulla di religioso o spirituale. Non è così, invece, per il carnevale, il cui nome – una contrazione da “carne−levare” – richiama a un momento giocoso e allegro che prepara al lungo periodo quaresimale di penitenza e di astensione dal mangiare la carne.
Se un significato religioso c’è, in Halloween, è negativo. Si tratta di un fenomeno dai caratteri neo−pagani, ove non satanici, in netto contrasto con il cristianesimo. Il retroscena della festa è inquietante. Il retaggio culturale è antico, affonda le radici nel tempo dei druidi, la casta sacerdotale dei Celti, popolazione indoeuropea, di religione pagana, di cui si ha testimonianza a partire dall’età del ferro e che ebbero massima espansione tra il IV e il III secolo a. C., dalle isole britanniche in quasi tutti i Paesi d’Europa.
Nella notte di Samhain (dio delle tenebre), il 31 ottobre, si celebrava il passaggio dalla stagione estiva a quella invernale, e quindi, la sconfitta del dio della luce. I Celti credevano che, in quella notte, le anime dei defunti tornassero in vita per partecipare ai rituali orgiastici e banchettare insieme ai viventi, mascherati per l’occasione con le pelli degli animali appositamente uccisi per la cerimonia.
I druidi portavano lanterne realizzate con rape svuotate, al cui interno erano poste candele fatte con il grasso degli animali sacrificati, e passavano di casa in casa, a raccogliere offerte, per ingraziarsi gli spiriti maligni. La porta era lasciata socchiusa, con il fuoco acceso e la tavola imbandita, per accogliere i defunti. Chi si fosse rifiutato di partecipare sarebbe stato maledetto. Questo il significato originario di trick or treat (“dolcetto o scherzetto”): sacrificio o maledizione.
Per i satanisti, per gli adoratori del Male, Halloween è la festa più importante, il Capodanno, il compleanno di Lucifero, e l’occasione per adescare adepti. Nella notte del 31 ottobre, mentre ingenui ragazzi si illudono di divertirsi innocentemente e allegramente in un gioco sociale, gli occultisti compiono riti sacrileghi e disumani, profanano cimiteri, uccidono neonati, sacrificano esseri umani e animali, compiono messe nere, nascondono droghe e veleno nei dolci e nella frutta che regalano ai bambini.
Halloween è l’anti−culto cristiano: un invito ad abitare il mondo dei mostri, in amicizia con anime inquiete e terrificanti, intrappolate sulla soglia tra i due mondi, a divertirsi con figure della fantasia horror e demoni del male, invece che cercare la comunicazione con gli angeli della luce e con i santi, testimoni della gioia e dell’amore di Dio.
Quando il mostruoso è considerato piacevole, il terrificante è divertente, l’orrido è appagante, cade il confine tra il bene e il male, la porta del giudizio si spalanca sul baratro mortale.
Il principe del Male attira nella sua trappola eserciti di giovani e adolescenti perlopiù inconsapevoli, con il piacere del macabro e del mostruoso e dissacrando il senso della morte. La festa di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti sono, invece, l’occasione per riflettere sul mistero della morte nella prospettiva della Resurrezione, come nascita all’immortalità, dove soltanto coloro che hanno vissuto in osservanza alla Parola di Dio, alla luce del suo Amore, potranno vivere la pienezza della gioia eterna. È necessario, anzi, urgente, recuperare e promuovere una cultura della vita, che, con la sua bellezza, offre esempi e modelli di speranza ai molti immersi in quella che Papa Francesco ha definito una “cultura di morte”, ormai imperante, di cui Halloween è uno strumento e una manifestazione.
Questo fenomeno è ambiguo, subdolo, pericoloso, oltre il business commerciale di cui si serve e ci si serve. L’azione di sensibilizzazione critica consiste anche nel valorizzare l’alternativa cristiana ad Halloween, la festa di Ognissanti, così come la luce è la bella alternativa al buio: gli splendidi volti dei Santi invece delle orride maschere degli zombie.