Spirito Sanrto

LO SPIRITO SANTO ESPERIENZA DI VITA.    Non avevo mai sentito un così stimolante e magnifico commento al Veni Creator Spiritus   (Clicca qui per ascoltare la bella invocazione cantata in Gregoriano)

Oggi, in mezzo a noi, innalzato alla destra del Padre, con la sua risurrezione, Cristo ha effuso di nuovo in maniera clamorosa il suo Spirito, come voi potete vedere e udire. E noi possiamo vedere e udire che questo è avvenuto e che questo continua ad avvenire nella Chiesa.

Credo che la convocazione di Rimini di quest’anno, che ha luogo nell’anno dello Spirito Santo, debba avere un tono tutto particolare, non tanto di insegnamento, quanto un’’occasione di elevare un inno di lode e di ringraziamento commosso a Dio per averci donato visibilmente il suo Spirito. Deve essere il Magnificat del Rinnovamento Carismatico, quest’anno. Rimini! Il Magnificat, cioè: «L’anima mia magnifica il Signore…». Un momento in cui dobbiamo, guardando in dietro, prendendo atto dei cambiamenti straordinari che dio ha fatto nella vita di ognuno di noi, e anche nella Chiesa, perché un’assemblea così è un segno dei tempi!

Che 20mila o 40mila persone vadano nello stadio per vedere Juventus Inter, è normale! Ma che vadano sotto la pioggia a Rimini per pregare e alzare le mani, magari rimanendo a centinaia di metri di distanza dal palco, questo no! Questa è grazia! Questo è un segno! È noi siamo qui per prendere atto di questo segno, per magnificare il Signore!

Lo spirito che ci deve animare in questa sessione, che è una sessione un po’ particolare, più intima, del Rinnovamento, è quello che faceva gridare a Paolo: «Ringraziamo con Gioia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha fatti partecipi della sorte dei santi, nella luce!». Ringraziamo con gioia! Ringraziamento e gioia!

La Chiesa in tutto il millennio che sta per finire, ha avuto un testo, uscito dalle sue labbra nei momenti in cui più forte era l’anelito dello Spirito Santo. Voi lo sapete che cos è, vero? “Veni, Creator Spiritus”: Vieni o Spirito Creatore! Questo inno, composto proprio alla fine del primo millennio, ha accompagnato la Chiesa in questi secondi 10 secoli. Questo inno è stato cantato all’inizio di ogni Concilio ecumenico, di ogni sinodo della Chiesa, di ogni corso di esercizi spirituali, nel passato anche di ogni incoronazione di re, perché anche le incoronazioni dei re incominciavano cantando il Veni Creator.  Il secolo che sta per chiudersi incominciò con un solenne Veni Creator in San Pietro da papa Leone XIII. E il nuovo millennio che si aprirà, sarà così. E il Veni Creator, intonato dal Papa dal cuore della Chiesa, che come un’onda si propagherà per tutta la cristianità.

Ma il Veni Creator, che non è semplicemente un inno, essendo uscito dalla bocca di tutti i santi, che hanno espresso così il loro amore allo Spirito Santo, si è impregnato della fede, dell’amore per lo Spirito Santo, della luce che avevano i dottori della Chiesa. Per cui quando voi l’avete cantato in questa sala, alle orecchie di Dio questo inno arriva  assieme all’orchestrazione di tutti questi santi che l’hanno cantato prima di noi. Ed è come un’onda potente che arriva alle porte della Trinità e si traduce in una pioggia di grazie.

Il Veni Creator ha avuto una storia anche agli inizi del Rinnovamento. E qui abbiamo una testimone degli inizi, Patty Callag Husmansfield, la quale ci racconta, nel libro da lei curato, che quel ritiro carismatico da cui iniziò il Rinnovamento nella Chiesa ebbe come premessa questo: “Prima di ogni incontro – dicono i testimoni – cantammo il Veni Creator prendendo alla lettera quello che dicevamo. Intendendo quello che dicevamo. Ecco, credo che anche in questo momento di rilancio del Rinnovamento, in un momento di bilancio e di rilancio, questo inno ci potrà aiutare in un modo meraviglioso a riprendere lo slancio; a dire veramente queste parole intendendo quello che chiediamo.

Quello che farò allora, in quest’ora che mi è data, sarà molto semplice: passeremo in rassegna e faremo risuonare, strofa per strofa questo inno, raccogliendone innanzitutto il meraviglioso disegno teologico che c’è in esso. Se voi carissimi fratelli teologi, o no, assimilate il disegno semplicissimo che si snoda attraverso le strofe di questo inno, voi tornate a casa con una meravigliosa teologia dello Spirito Santo! Cioè l’essenziale della teologia. E sarà una teologia non arida, non cerebralistica, ma orante, intrisa di lode, di entusiasmo, di gioia!

Cominciamo subito, allora, mentre si snoderà davanti ai nostri occhi questa grandiosa visione, questo affresco sullo Spirito Santo nella storia della salvezza, nella Chiesa e nelle anime; noi vedremo anche quante cose ha da dire questo inno al Rinnovamento oggi. Perché sono parole della Bibbia! Non è un’invenzione poetica questo inno! L’autore non ha fatto altro che raccogliere le grandi perle della Bibbia sullo Spirito Santo, unendole poi con un filo sottile – il filo della metrica e della poesia-, e consegnarcele! Consegnarle alla Chiesa come una bella collana di perle, perché ogni parola qui è una perla!

Vieni, o Spirito Creatore! Visita le nostre menti. Riempi di grazia celeste i cuori che hai creato.

In questa prima strofa ci viene presentato lo Spirito Santo nell’arco della Storia della salvezza, da un capo all’altro: dalla creazione fino alla redenzione di Cristo, perché le parole Veni creator Spirito vogliono dirci che lo Spirito Santo era già presente al momento della creazione. E credo che ieri sera l’amico Gianfranco Ravasi vi abbia già illustrato qualcosa su questo. Lo Spirito Santo era presente alla creazione. Ed era presente proprio come Spirito Santo, perché nella creazione ogni Persona (divina) porta la sua caratteristica propria. Per cui il Padre è colui che origina, che decide la creazione, che dice “fiat”; il Figlio è Colui per mezzo del quale le cose vengono alla luce e sono create; lo Spirito Santo è colui che perfeziona, che consolida, che dà – potremmo dire – il tocco definitivo. E difatti, dello Spirito Santo nella creazione, non si parla nella primissima parola. A un certo punto si dice: «In principio Dio creò il cielo e la terra…». Dunque esistevano già il cielo e la terra! Ma era caos, vuoto, deserto, abisso.

Quando lo Spirito del Signore cominciò ad aleggiare su questo caos, che cosa successe? Che il caos si trasformò in cosmo! E cosmo, per chi non lo sapesse, è la stessa parola da cui proviene cosmetico, cioè qualcosa di bello! Il caos divenne armonia. La luce prese il suo posto, il mare e la terra si divisero e apparvero le erbe… venne l’universo, la bellezza dell’universo! E siccome la creazione di Dio non è finita: Dio è sempre colui che crea, vuole dire che sempre, anche oggi, lo Spirito Santo è colui che fa passare il mondo dal caos al cosmo! Dal caos dei valori, dei sentimenti, dei progetti, al cosmo. A questa armonia! Lo Spirito Santo è anche Colui che fa passare la Chiesa dal caos al cosmo! Perché anche nella Chiesa – nel suo aspetto umano, s’intende! -, c’è caos! Ci sono i nostri peccati, che fanno il caos della Chiesa! E quindi contrasti personali, punti di vista – dove non c’entra semplicemente il pluralismo, che è una cosa sana -, c’entra semplicemente l’autoaffermazione, il protagonismo… Questo è il caos!

È lo Spirito Santo l’unico che può trasformare il caos delle voci della chiesa, come fece a Pentecoste, nell’armonia, nella sinfonia di voci diverse, ma convergenti! Anche il nostro cuore, carissimi fratelli e sorelle, è un piccolo caos. Oh, sì, anche il nostro microcosmo è un piccolo caos. Basta che ci guardiamo dentro in un momento di silenzio, e ci accorgeremo che c’è anche dentro di noi questo mondo deserto, vuoto, caotico. Vogliamo il bene e facciamo il male. Vogliamo Dio, vogliamo la preghiera, e ci distraiamo. Vogliamo la purezza e ci lasciamo incantare dalle immagini sensuali del mondo! Questo è caos! Chi ci tirerà fuori dal caos? È lo spirito Santo.

Ma lo spirito Santo è presente anche nell’altro movimento: non solo nel movimento di uscita delle creature da Dio: la creazione, ma anche nel momento del ritorno delle creature a Dio, iniziato con Cristo! Dove è scritto questo? Nella parola “grazia”: riempi di grazia celeste. Perché la grazia è sempre la grazia di Cristo. La grazia viene dal Calvario! Non ci sono altre sorgenti! L’unica sorgente della grazia che può salvare il mondo, è sul Calvario!

E lo spirito santo è questo: è la Grazia pasquale di Cristo che si divide in tantissimi rigagnoli e viene a irrigare la terra. E allora, dicendo: “Riempi di grazia i cuori che hai creato”, noi invochiamo lo Spirito della Redenzione, lo spirito di Cristo, lo spirito che ci deriva dalle virtù teologali. Quindi, come vedete, la prima strofa ci pone davanti lo Spirito Santo in tutto l’arco della storia della salvezza. Non è vero – come qualche volta si è detto – che c’è un’epoca dello Spirito Santo: la “terza epoca”. Gioacchino da Fiore pensava che doveva inaugurarsi l’epoca dello Spirito Santo… È sempre stata l’epoca dello Spirito Santo! Non c’è un momento della storia in cui Lui non era in azione! Non solo, ma non c’è neppure uno spazio del mondo in cui lo spirito Santo non sia all’opera! E questo ci dilata il cuore di gioia! E lo Spirito Santo non agisce solo nel Rinnovamento, dove chiaramente agisce; o solo nella Chiesa Cattolica; non è neppure solo nelle chiese cristiane: è in tutto il mondo in modo diverso. Essendo Creatore, lo spirito Santo ha come ambito proprio di competenza, il creato!

E quindi noi, come ci esorta il Concilio Vaticano II, possiamo rallegrarci che lo Spirito Santo è all’opera misteriosamente anche in chi è fuori dalla Chiesa e non conosce Cristo, né le altre religioni. Tutti coloro che lavorano per la giustizia e la verità! Diceva Sant’Agostino: «Lo sappiano o no, sono ispirati dallo Spirito Santo!». E quindi questo ci dà una visione grande: lo Spirito Santo! Ma ci dà anche una grande responsabilità, perché noi che Lo abbiamo conosciuto in maniera più chiara, noi dobbiamo essere la voce di tutto questo creato che ancora non lo sa, ma è mosso misteriosamente nei suoi processi evolutivi dallo Spirito Santo, ma non lo sa. Noi dobbiamo essere la voce anche di quelli!  Per questo noi non dobbiamo avere paura di alzare la voce, di esagerare. Dobbiamo  parlare a nome di 4 miliardi!

Seconda strofa. La seconda strofa è un insieme dei titoli più belli attribuiti allo Spirito Santo, anch’essi tratti dalla Bibbia. Ognuno di essi è come un flash che illumina pagine intere della Bibbia. È come quando un lampo rischiara zone intere del cielo.     Paraclito. Tu che sei chiamato il Paraclito: il dono di Dio altissimo. Acqua viva, fuoco, amore e unzione spirituale.

È un crescendo meraviglioso! Noi vogliamo fermarci su uno di questi titoli, perché altrimenti ci disperdiamo. Sapete quale? Ignis: “fuoco”. Ed è strano: qui forse la poesia… Certo, la Bibbia parla dello Spirito come acqua e fuoco, ma non ne parla sempre insieme, nello stesso contesto. Questo autore però li ha messi assieme: “Fons vivus ignis”. Ha messo assieme due cose che sono le più contrastanti in natura, proprio per dirci che lo Spirito Santo è questo! Anzi, lo Spirito Santo non sarà per noi acqua viva, non sarà amore, non sarà paraclito, non sarà unzione spirituale, se non è, a un certo momento anche fuoco. E questa mattina noi dobbiamo fare, carissimi fratelli e sorelle – io per primo, come ho cominciato a fare nel mio convento -, una cura di fuoco.

Nel Medio Evo, e fino a non molto tempo fa, la chirurgia consisteva quasi tutto nel cauterio. Sapete che cos è il cauterio? È una cura che non vi raccomando, specialmente perché si faceva senza anestesia. Consisteva infatti nell’applicare, con un ferro rovente il rimedio alla parte malata. Quindi di bruciarla. San Francesco ne sa qualcosa, perché a lui fecero un cauterio agli occhi. E lui che era così santo sentì il bisogno di fare una preghiera a frate fuoco prima di sottoporsi  ai ferri del chirurgo, e dire: “Frate fuoco, tu sei tanto gentile, tanto bello in natura. Io ti voglio tanto bene. Sii clemente in questo momento perché io possa sopportare i tuoi rigori. È una preghiera che consiglio anche a voi, perché adesso anche noi dobbiamo sottoporci al cauterio.

Perché lo Spirito Santo è fuoco? Se leggiamo la bibbia, essa ci dice di che cosa è simbolo il fuoco. È simbolo del potere purificante di Dio. è un’altra parola per dire che Dio è santo! E siccome è Santo, brucia ciò che non è santo! È fuoco divorante! Allora il fuoco, per la Bibbia, è ciò che purifica. Ma a differenza dell’acqua, purifica dentro. L’acqua purifica l’esterno, le superfici. La Bibbia però dice che quello che sopporta il fuoco, come l’oro, l’argento, non potete accontentarvi di pulirlo con l’acqua! Dovete farlo passare nel crogiolo, perché solo il fuoco entra, purifica dentro, apre fibra e fibra, penetra in esse e purifica dalle scorie. Allora ecco perché lo Spirito Santo è chiamato fuoco. Infatti è detto: “Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”, perché è il potere purificante della santità di Dio che brucia il peccato e purifica! E poi, fatto questo, riscalda, infiamma. Sempre dalla Bibbia emergono queste caratteristiche. Prima brucia, purifica, come un pezzo di legno umido che viene posto sul fuoco, prima si spurga e mette fuori con molto rumore tutte le sue impurità, e poi il legno arde perfettamente, diventando carbone.

Allora, carissimi fratelli, vediamo che cosa vuol dire per noi. Sperimentare, al centro di questa convocazione, lo Spirito Santo, come fuoco. Vuole dire che noi dobbiamo passare, in questa mia meditazione, attraverso una liturgia penitenziale. Anche se non previsto, lo facciamo ora. Ma perché? Mah, il signore mi ha messo in cuore questo pensiero. A trent’anni dall’origine del movimento carismatico, come tutte le realtà umane date nelle mani degli uomini, il rinnovamento ha fatto la patina. Si è arrugginito. Sotto resta il metallo, ma c’è una ruggine. Ci sono delle incrostazioni. Quando uscirono dalle mani di Fidia, i due bronzi di Riace, erano bronzi splendenti e luminosi. Poi, quando furono ripescati dopo la loro permanenza per oltre 2mila anni nello Ionio, erano pieni di incrostazioni. A stento si riuscivano a vedere i lineamenti di una persona umana. Così dovettero fare una forte pulitura, sicché adesso i bronzi splendono di nuovo.

Anche noi dobbiamo passare attraverso un processo analogo, perché il Rinnovamento torni a splendere! Dobbiamo togliere la patina, che è causata dai nostri peccati, dalle nostre divisioni, dal nostro ricercare noi stessi. Ecco, ora userò un’altra immagine: possiamo dire che il Rinnovamento si è infeltrito, come una maglia che è stata messa il lavatrice e si è ristretta e infeltrita. Ecco, anche nelle realtà spirituali alle volte ci infeltriamo. E allora c’è bisogno di una rigenerazione di questo tessuto. Niente di straordinario.

Però ora devo dirvi una cosa che poco fa un signore mi ha detto: «Padre Raniero, adesso tu vai a parlare di questa purificazione, però, attento a non sbagliare tutto, perché lo Spirito Santo può liberare, purificare solo il male che uno riconosce come proprio! Quindi se tu ti limiti a dire in genere che il Rinnovamento ha la sua patina e le incrostazioni, non succede niente! Perché lo Spirito Santo può eliminare il peccato solo là dove c’è una persona che dice “Io ho peccato”.

Comincio quindi da me, non per posa, ma perché il signore me l’ha detto. Io comincio a dire: “Spirito Santo, comincia a togliere nel Rinnovamento il male che ci ho messo io, Raniero!”. E ce n’è! Non debbo fingere umiltà! Quale male? Eh, lo devo dire davanti a voi: che ho dato più parole che esempio al Rinnovamento! Che la mia vita era ben al di qua delle parole che dicevo. Profonda incoerenza, quindi ipocrisia! Nel trattare le divisioni, i contrasti, non sempre c’era in me quello spirito evangelico. Quindi io chiedo perdono a coloro che posso aver offeso, urtato, deluso. Perché certamente da uno che parla così tanto, che sembra che viva in alta contemplazione si avrebbe diritto di vedere più frutti che foglie. Allora, Signore, umilmente ti dico: brucia. Brucia!

Ma bisogna che anche voi – fratelli e sorelle -, smettiate di vedere il male che c’è nel gruppo di preghiera, nella tale comunità, nel Rinnovamento, nel Rinnovamento in genere, nella Chiesa in genere. Perché se facciamo così, non succede niente! Finché non abbiamo la capacità e la libertà di dire, come Davide: “Io ho peccato! Io ho fatto quello che ai tuoi occhi è male!”, lo Spirito Santo non lo può togliere, perché lo Spirito Santo, per cancellare il peccato, ha bisogno dell’ammissione di chi l’ha commesso, della sua libertà.

Chiediamo allora allo Spirito di entrare come fuoco nel nostro cuore, di rigenerare in noi la grazia, i doni, i carismi. Chiediamo allora, come Isaia quando venne toccato sulle labbra dal carbone ardente, che lo Spirito ci purifichi! Leggiamo nella Bibbia che un giorno Isaia vide la gloria del Signore e di colpo, di fronte alla santità di Dio, scoprì la sua impurità, e gridò: «Sono rovinato! Io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure!». Un angelo venne e toccò con un carbone ardente le sue labbra, e fu immediatamente guarito ed ebbe il coraggio di dire: «Eccomi, Signore. Manda me!».

Allora adesso chiediamo agli angeli del cielo di prendere tanti, tanti carboni e di toccare le nostre labbra. “Angeli di Dio, scendete con i carboni ardenti. Toccateci le labbra, toccateci la memoria, toccateci il cuore e il corpo e fateci uscire da questa cura splendenti, nuovi, per la tua grazia! Così sia”.

Terza strofa. Tu che sei multiforme nei tuoi doni, dito di Dio altissimo. Solenne promessa del Padre, tu poni sulle labbra la Parola.

Ora qui vediamo che deve continuare quel disegno che stavamo abbozzando. Dopo averci presentato lo Spirito Santo nel grande arco della Storia della salvezza: dalla creazione alla parusia, nell’uscita delle creature da Dio e il loro ritorno a Lui, ecco che il Veni creator si concentra sulla Chiesa. Lo Spirito che agisce come spirito di grazia nella Chiesa. E di questa azione dello Spirito nella Chiesa vengono messe in evidenza due linee, due direttrici, che poi sono quelle della Bibbia. La Bibbia ci parla di due modi di agire dello Spirito Santo. Uno è l’azione santificante, per la quale lo spirito Santo viene in una persona, e lì si ferma. Cambia il cuore, lo trasforma. Toglie il cuore di pietra e lo trasforma in cuore di carne, lo fa rinascere dall’acqua e dallo spirito. Diventa la legge nuova del cristiano, che opera attraverso la carità.

La strofa precedente ha messo in evidenza questa azione profonda, santificatrice, dello Spirito, che agisce attraverso i sacramenti della Chiesa e la Parola di Dio. Ecco, paraclito, acqua viva, fuoco che purifica, amore, carità, unzione, esprimevano questa azione santificatrice dello Spirito.

Ma la Bibbia ci parla anche di una azione carismatica. Dov’è la differenza? La differenza è che l’azione carismatica dello Spirito Santo si rivolge a una persona, ma non per rimanere in essa. Quella persona deve servire come strumento perché lo Spirito agisca nella comunità. Così ad uno dà il carisma della sapienza, a un altro quello della profezia, ma, ahi me, non necessariamente questa persona è più santa. Salomone aveva una grande sapienza, ma, come abbiamo visto anche nel telefilm su di lui, non era proprio uno stinco di santo. Ecco, questi sono doni gratuiti dati alla persona, non principalmente per il suo miglioramento o onore, ma per il bene della comunità.

Poi, nel Nuovo Testamento, queste due azioni diventeranno quell’azione santificante dello Spirito, quel ventaglio di carismi di cui ci parla San Paolo a più riprese. Bene, la strofa che vi ho ricordato ci parla di questa azione carismatica. Lo Spirito è multiforme nei suoi doni. Ma settiforme vuol dire multiforme: infinito nei suoi doni. È detto poi “dito di Dio”. Perché dito di dio? Perché il dito di Dio è quello che distribuisce i carismi. Avete presente la raffigurazione del dito di Dio nella Sistina, ad opera di Michelangelo? È il dito di Dio che si protende per toccare quello di Adamo e dargli vita. Ecco quel dito della destra di Dio è lo Spirito Santo! E dovunque tocca suscita queste energie e questi carismi.

Io vorrei, a proposito di questa strofa, fare anche qui una applicazione per noi del Rinnovamento. Noi conosciamo l’importanza dei carismi, ma bisognerebbe parlarne anche in altri contesti. Piuttosto però dobbiamo ricordarci come fare perché i carismi, come successe a Salomone, non divengano occasione di inciampo e magari servano agli altri e a noi niente. Come fare? Primo rimedio è l’umiltà, l’ umiltà, l’umiltà.

Non so se ricordate, ma una volta vi parlai dell’umiltà come “isolante”. L’isolante svolge nel campo dell’elettricità quello che l’umiltà svolge nei rapporti umani e spirituali. Se un filo in cui passa una corrente ad altissima tensione non è isolato bene, che cosa succede? Succede un cortocircuito… fiammate, e tutto si disperde. E allora, siccome i carismi sono “corrente di Dio”, se il “filo” che la conduce non è ben isolato: fuori di metafora, non ha la capacità di tener ben distinta la nostra realtà, la nostra miseria, dall’azione di Dio, succedono fiammate di orgoglio, di rivalità: “Io ho il carisma… non mi viene riconosciuto”… Indisciplina, e tutte le altre cose negative. Per cui anche il carisma in alcuni casi può diventare distruttivo dell’unità. Allora ricordiamoci in questa occasione di rinnovare l’umiltà.

Al tempo di Sant Agostino egli diceva ai cristiani: “Attenti perché voi potrete incontrare dei pagani che, conoscendo le nostre fonti, vi dicono: “Tu hai conosciuto lo Spirito Santo nel battesimo?”. E tu rispondi: “Si, certo!”. E il pagano attento ti dirà: “Ah, se hai ricevuto lo Spirito Santo, come mai non parli tutte le lingue? Perché è scritto che quelli che avevano ricevuto lo Spirito Santo parlavano tutte  le lingue”. E allora Agostino suggerisce di rispondere così: “Ma certo che parlo tutte le lingue! Io appartengo infatti a quel corpo, la Chiesa, che parla tutte le lingue e in tutte le lingue annuncia il Vangelo!”.

Capite il segreto dov’è? Perché la carità moltiplica i carismi.  Perché fa il carisma di uno il carisma di tutti!

Dobbiamo semplicemente bandire l’invidia, l’egoismo e l’essere centrati sul nostro io, sul nostro gruppo, la nostra realtà, esperienza, ma identificarci con la Chiesa! Perché se ci sentiamo chiesa, allora non importa se una cosa il Signore la fa con la mano, un’altra con l’occhio o col piede! Sempre Agostino diceva: “Nel corpo soltanto l’occhio vede, ma l’occhio non vede per se stesso: vede per la mano e per il piede! Così la mano è l’unica che può agire e muoversi nel corpo umano. Ma la mano non si muove soltanto per se stessa, e se per caso l’occhio vede un sasso in arrivo, la mano non dice: “Oh, non è rivolto a me il colpo… non mi muovo”. La mano si muove per difendere l’occhio!

Il segreto, alla fine, sapete cos’è? Amare la Chiesa! «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato la sua vita per Lei», è scritto nella lettera agli Efesini! Non ha detto: “Cristo ha amato il Movimento e ha dato la sua vita per lui, o che ha amato l’ordine cappuccino e ha dato la vita per lui”, e così per le altre realtà. È scritto che ha amato la Chiesa! Anche noi dobbiamo amare la Chiesa! E se ameremo la Chiesa, allora ameremo in modo giusto i nostri vicini e gli altri movimenti.

Quarta strofa: Accendi la luce della mente. Infondi nel cuore l’amore. Ciò che nel nostro cuore è malato, guariscilo con la tua potenza invincibile.

Vediamo come il disegno si snoda, quel disegno, quell’affresco sullo Spirito Santo che tutti oggi dovete avere, altrimenti non vi do il diploma di teologia! Allora, dopo aver visto l’azione dello Spirito Santo nell’arco della storia della salvezza, lo spirito che agisce in tutti i tempi, in tutte le epoche e in tutti gli spazi, fuori e dentro la Chiesa, l’inno si concentra sulla Chiesa, in cui lo Spirito Santo agisce evidentemente in maniera particolare come Spirito di Cristo. E nella Chiesa ci ha mostrato l’azione santificatrice, che purifica, che infonde la carità, e poi ci ha detto dell’azione carismatica, che San Basilio chiama “l’organizzazione della Chiesa”. L’organizzazione nelle sue varie strutture e membra.

Adesso si fa un passo avanti, e l’inno ci presenta lo Spirito Santo nella sua azione personalissima su ciascuno di noi. Qui lo sfondo non è più ne la storia, né la Chiesa. È ogni persona. E anzi, di ogni persona viene presentata una “radiografia”. Ognuno di noi è composto di tre dimensioni. Siamo intelligenza, mente (quello che in latino si dice “sensus”: “accende lumen sensi bus”. Significa intelligenza. Poi noi siamo volontà, affettività, amore (quello che la Bibbia simboleggia nel cuore). E infine noi siamo anche, che cosa? Siamo anche “fratello corpo”. Vedete come, con semplicità estrema, l’inno ci fa vedere queste tre dimensioni dell’uomo: la mente, il cuore e il corpo. E per ciascuna di esse ci fa chiedere un dono. Per la mente, che cosa può essere? Luce! “Accendi una luce nella mente. Il cuore ha bisogno di amore. Infondi nel cuore l’amore! La capacità d’amare! L’amore di Dio. la capacità di amare gli altri. E infine per fratello corpo chiediamo la guarigione. Spirito Santo, tra noi ci sono malati mentali! E io sono uno di essi, tra l’altro. Perché, che cos’è l’orgoglio, se non una malattia della mente? Che cos’è l’intellettualismo, se non una malattia mentale? Che cos’è la superstizione, se non una malattia mentale?

E poi ci sono le malattie cardiache. Siamo tutti malati di cuore, carissimi fratelli e sorelle! Forse poi questa malattia è ancora più diffusa. Che cos’è nel matrimonio quella incapacità di far sprigionare una goccia d’amore dalle nostre parole, se non una malattia di cuore? E che fa più vittime di quelle fisiche? Cuore di pietra, insensibilità. Oppure, per eccesso: la morbosità, quell’attaccarci a tutti. Quell’attaccarci a destra e a sinistra, fuori e dentro il matrimonio, fuori e dentro il celibato… sono tutte malattie di cuore! Spirito Santo, guarisci il nostro cuore! Accendi un lume nella nostra mente! Infondi amore nel cuore! Toglici il cuore di pietra! Non lo vogliamo più! Dacci un cuore di carne! Verso i nostri famigliari. Verso quelli del nostro gruppo. Verso tutto il mondo.

E chiediamo adesso anche la guarigione dei malati fisici che sono tra noi! Oggi forse lo Spirito Santo ne guarisce di più perché, non essendoci liturgie, persone che hanno un carisma speciale, si veda ancor meglio che quando ci sono guarigioni è Lui che le fa!. Signore, guarisci i nostri malati! Signore, colui, colei che tu ami è ammalato!

C’è un canto spiritual negro che a me piace tanto, come tutti gli spiritual, del resto, che dice così. Mi consentite di dirlo col mio pessimo inglese? “There is a bun in Guilead to heal the hearted sorrows./ Sometimes I feel discouraged/ but then the Holy Spirit revives my soul again”. Facciamo la traduzione, anche se tradotte le parole di questi negro spiritual perdono tutto, perché sono pochissime parole ripetute all’infinito. Ad ogni modo dice: “C’è un balsamo in Ghilead (Ghilead era una città della Palestina famosa per gli unguenti. Ne parla anche Geremia). “C’è un balsamo in Ghilead che guarisce le anime ferite. A volte mi sento scoraggiato e penso che tutto il mio lavoro sia stato invano. Ma allora viene lo Spirito Santo e riaccende la mia anima”.

Ebbene, io alle volte mi sento come un venditore ambulante. Non avete mai visto i “vu cumprà”? Ecco, io sono un vu cumprà e so che c’è un balsamo straordinario in Ghileat (che è la Chiesa), e grido a tutti oggi a Rimini: “C’è un balsamo nella Chiesa, che guarisce le anime ferite, e lo si può ottenere gratis! Non si paga nulla! basta solo chiederlo! C’è un balsamo nella Chiesa, che è lo Spirito Santo, che  guarisce le malattie della mente, del cuore e del corpo! Se c’è qualcuno che è qui per la prima volta, sappia che qui è offerto gratis, dappertutto, specialmente nella Messa, nella Messa… lì c’è il balsamo che viene a noi dentro il vaso di alabastro (che è il Corpo e il sangue di Cristo). Allora, c’è un balsamo in Ghilead… proviamo a cantarlo. Forse non è il caso, perché ci sono delle note ascendenti che sono spettacolari. Imparatelo.

Quinta strofa. Qualcuno di voi conosce la sinfonia Pastorale di Beethoven? Si? Le Quattro stagioni di Vivaldi? Si? Allora, in questi brani musicali famosi a un certo punto c’è il temporale. C’è la tempesta. Ed è straordinario come questi geni riescano a creare il clima della tempesta che è in arrivo con un suono spezzato, una nota particolare, e chi sta sentendo quel pezzo, è messo nel clima di attesa di una tempesta che poi esplode.

Ecco, nel nostro inno c’è anche qui un momento in cui si sente un tuono. Cambia tutto il clima. E il tuono, qui sapete qual è? È quella parola messa all’inizio del primo verso della quinta strofa: “Hostem”. È come dire: “C’è un leone ruggente in giro! C’è un nemico! È battaglia!”. Questa prima parola fa entrare in un clima di battaglia.

“Allontana da noi il nemico”. Come uno che gridasse: “Il nemico! Il nemico!”. Donaci la pace tu che ci fai da guida, ed eviteremo ogni male”. Anche qui proseguiamo con questo affresco sullo Spirito Santo. Dopo averci parlato dell’azione dello Spirito Santo su ogni persona, e particolarmente sulla mente sul cuore e sul corpo, adesso l’inno ci parla e attira la nostra attenzione su come, sempre su ciascuno di noi, non sulle strutture del nostro essere, ma sulle situazioni della vita, le situazioni esistenziali, potremmo dire “l’opera dello Spirito nella nostra esistenza umana”.

L’esistenza umana è caratterizzata da diverse esperienze, vero? Ma ce ne sono due che riassumono tutte le altre. Sono la lotta e la scelta: il discernimento. Noi nella vita dobbiamo lottare. Lottare! Lottare! La nostra vita è una lotta! Dentro di noi: tra la carne e lo spirito. Fuori di noi: tra chi crede e chi non crede. È tutta una lotta: lotta di classe, lotta di paesi, lotta tra gli emisferi del nord e del sud….. è tutta una lotta. E forse in se stessa la vita è proprio questo: lo sforzo della vita che si deve affermare sulla morte momento per momento.

E la nostra vita poi è scelta. C’è forse un momento in cui noi non siamo posti di fronte a qualche scelta? Allora questo inno ci dice che lo Spirito Santo è il nostro grande alleato in queste situazioni della vita, e deve entrare! Finché lo Spirito Santo rimane nella nostra preghiera, nell’ora domenicale, nell’ora del gruppo di preghiera, non è finito! Lo Spirito Santo deve entrare nel vivo delle nostre lotte, delle nostre scelte! Allora siiii, che si comincia a vivere nello Spirito! Consentitemi di dire due parole su ognuna di queste due situazioni. La lotta, il nemico, il Demonio. È chiaro che qui ci si riferisce a quella parola di Pietro: Adversarius vester Diabulus: «Il vostro nemico, il Diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare». Ora, voi sapete qual è la situazione del mondo d’oggi? È a due livelli.

A livello popolare siamo come nel Medio Evo. Si crede in tutto. Satana, scacciato dalla porta è rientrato dalla finestra. Le nostre città pullulano di esperienze sataniche nelle scuole, nelle case, occultismo, magia, eccetera. Siamo, né più, né meno come secoli fa. Invece ai livelli intellettuali dotti, all’opposto, non si crede nel demonio. Il Demonio è un mito dei secoli passati, dei tempi bui del Medioevo, si dice. Io non mi stupisco, perché i dotti, sapete dove cercano il Demonio? Lo cercano nei libri. Nelle biblioteche, nelle tradizioni etnologiche dei popoli. Ma Satana non è nei libri, è nelle anime! non gli interessano i libri. Non è un antiquario, Satana.

Per trovare Satana, per trovarsi faccia a faccia con lui, bisogna vedere i santi! i santi sono la prova più grande che esiste il Demonio! I santi, come Gesù nel deserto! Perché lì deve venire allo scoperto! San Francesco d’Assisi, vicino al dono delle stigmate, diceva a un suo confidente: «Se i frati sapessero quali tribolazioni io ricevo dal Demonio, non ce ne sarebbe uno che non si metterebbe a piangere per me!»..

Certo, ci dev’essere una attenzione della Chiesa anche su questi aspetti. Però bisogna stare attenti, perché io ho trovato persone che, appena sapevano che eri del Rinnovamento, ti dicevano: “Ci sarebbe questo caso…”. Quale caso? Qualcuno che vuole l’effusione dello spirito? No, no, c’è da liberare qualcuno o che c’è da convincere qualcuno che si tratta del Demonio. Qui è la difficoltà! Perché è molto facile per la gente, quando si trova davanti a problemi che non sa risolvere, pensando alla soluzione che sembra più facile: “è il Demonio…”. Non sono i nostri sbagli, non sono una malattia che va curata… è il Demonio. Sapete – diceva Agostino -, chi gode di più in questa faccenda? È chiaro… è lui!. Lui gode di essere accusato. Accusatelo pure quanto volete di tutti i mali del mondo: lui è felicissimo, purché non li attribuite a voi! Purché non ve ne prendiate la responsabilità pentendovi. Perché allora lui va avanti.

Direi ai sacerdoti: Attenzione! Noi si. Voi avete ricevuto in particolare questo dono, e quindi esercitate questo ministero, che spesso – lo so – è un martirio! Però i responsabili del Rinnovamento stiano attenti a non dare corda libera a quelli che finiscono per fare del Rinnovamento un movimento che ha a che fare con la liberazione e con gli esorcismi contro Satana, perché sarebbe rivoltare il Rinnovamento! Il rinnovamento è un movimento dello Spirito Santo! E a volte, se vi trovate di fronte a situazioni difficili, non occorre che diciate ai parenti che si tratta del Demonio! Se voi ne siete convinti, il demonio vi sente bene: parlategli dentro di voi. “Via da lui!”. Hostem repellas longius. Ci siamo capiti, fratelli e sorelle? Speriamo che non mi fraintendiate, perché io credo che esista e che sia all’opera, ma so anche che Gesù ci ha dato lo Spirito Santo, che è infinitamente più potente del suo nemico! Non facciamogli troppo onore!.

Diceva Agostino che: “Dopo la venuta di Cristo Satana è come un povero cane legato alla catena sull’aia. Può avventarsi, può latrare quanto vuole, ma se voi non vi avvicinate, lui non può mordere”. Allora attenti a non andare a tiro! Attenti perché la sua azione arriva fin dentro la vostra casa, specialmente attraverso la televisione!

Ultima strofa. Per te sciamus da Patrem… Fa  che per mezzo tuo conosciamo il Padre. fa’ che conosciamo il Figlio, e fa che crediamo in Te, Spirito del Padre e del Figlio!

Completiamo il disegno. Dopo aver illuminato l’azione dello Spirito santo nella Storia della salvezza, nella Chiesa e nelle anime, adesso ci proietta nella Trinità. L’ultima strofa ci riporta nella Trinità. I rapporti dello Spirito col Padre e il Figlio… Ma vedete, anche qui noi non siamo tagliati fuori, perché ci siamo noi di mezzo. Ci sono tutti i rapporti triangolari. Fa’ che per mezzo tuo (Spirito Santo), noi conosciamo il Padre! Fa’ che per mezzo tuo noi conosciamo il Figlio, conosciamo Te! Come vedete, è lo Spirito Santo che ci trasporta nella Trinità. L’ultima strofa è il coronamento di tutto. È l’ordine seguito dalla Bibbia, la quale, prima ci ha parlato dello Spirito Santo in azione, poi ci ha rivelato la Trinità, lo Spirito Santo come Persona della Trinità.

Cosa faremo in questa circostanza, se non ringraziare lo Spirito Santo che ci ha fatto conoscere il Padre! noi dobbiamo dare testimonianza che ci ha fatto conoscere il Padre! quante persone hanno scoperto Dio, proprio come papà, attraverso lo Spirito santo, nel rinnovamento! Sono infinite! Questo è uno dei doni più belli del Rinnovamento: infondere il sentimento, non l’idea astratta, di essere Figli di Dio!

Non dimenticherò mai una vecchia di 80 anni a Milano che, ricevuta l’effusione, saltava a destra e a sinistra dicendo a tutti che si sentiva una bambina, perché aveva scoperto di essere figlia di Dio, una bambina di dio, del Padre. quanti sono stati rigenerati da quest’opera dello Spirito Santo che li ha fatti sentire figli di Dio.

“Dio ha mandato nel nostro cuore lo Spirito del figlio Suo, che grida”… cosa? Tutti ad una voce gridano: “Abbà”! E noi lo ringraziamo per questo dono meraviglioso. Ci ha dato il cuore di figli e ci ha tolto il cuore di schiavi. E quest’opera dello Spirito prosegue anche oggi, in questo mondo che soffre del complesso di Edipo! Il mondo di oggi, soprattutto dopo Auschwitz e delle atrocità che sono state commesse, ha concepito  un sordo rancore contro Dio Padre, chiedendosi; “Che padre è se tollera tutta questa sofferenza nel mondo?”. Ma è lo Spirito Santo che può guarire questo spirito malato del nostro mondo, che è pieno di sordo rancore contro Dio.

E lo Spirito ci ha poi rivelato anche Gesù Signore, vero? E forse, il segreto dei segreti, ci ha insegnato a gridare, che cosa? Gesù è il signore! Gesù è il Signore! «Lo spirito e la Sposa – dice l’Apocalisse – dicono», cosa? “Signore vieni”! E in ebraico? “Mara-na-tha”. Allora lo spirito Santo e la Sposa e la Chiesa, cioè noi, gridano: “Mara-na-thà”. È questa la scoperta che ci riempie il cuore di gioia. E io la posso fare come testimonianza personale…

Io insegnavo cristologia. La mia tesi di laurea era sulla cristologia di Tertulliano. Giravo il mondo a fare conferenze sulla cristologia… Poi è venuto il rinnovamento, sono venuti dei poveri fratelli che hanno pregato su di me, e ho scoperto che di Cristo non ne sapevo ancora niente. E mi si sono aperti gli occhi su Paolo, quando dice di aver abbandonato tutti i suoi titoli, come i miei di professore ordinario… Aveva abbandonato tutto per che cosa? per avere la sublime conoscenza di Cristo come Signore. E prosegue dicendo: “E tutto questo perché io possa conoscere Lui». Lui! Vedete: tutto è racchiuso in un pronome personale: “Lui”, cioè Gesù in carne ed ossa! Lo Spirito Santo ha diffuso in mezzo a noi, nel mondo d’oggi, il senso della signoria di Cristo, che era andato smarrito. Ha dissotterrato la spada dello Spirito! Perché se vogliamo rievangelizzare il mondo, la spada dello Spirito, qual è? Ve lo dico subito, anzi, lo diciamo insieme: «Se con la tua lingua professi che… Ecco la spada che rievangelizza il mondo! Gesù è il signore, e credi nel tuo cuore che… Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai… salvo! Ed ora lo proclamiamo assieme. Se con la tua bocca tu proclami, che… se voi, se noi lo proclamiamo, saremo salvi!

Una cosa vorrei aggiungere: oggi c’è un problema teologico nella Chiesa, il dialogo con le altre religioni… Che dobbiamo pensare? Che dobbiamo abbandonare la nostra fede che ci dice che Gesù è l’unico salvatore del mondo, l’unico Signore, per poter dialogare con gli altri? Io credo che qui lo Spirito Santo deve guidarci in un discernimento. La mia esperienza è che la potenza dello Spirito Santo – ascoltino bene se ci sono dei teologi presenti -, la potenza dello Spirito Santo, quello che Gesù chiamava “la potenza dell’alto”, viene data solo a chi proclama Gesù come unico signore. Solo a chi dice come Paolo: «Ci sono molti signori nel mondo, ma per noi c’è un unico Signore». Questo non ostacola il dialogo, lo incrementa! Perché riconosciamo agli altri la stessa libertà che riconosciamo a noi. Se loro credono che nella logica della loro religione è esagito questo: di credere che il loro fondatore è l’unico salvatore, noi lo rispettiamo. Lo rispettiamo, ma non possiamo abbandonare il nucleo della nostra fede, che afferma che Gesù Cristo è l’unico Signore. Perché, senza questa proclamazione il kerigma, il grido, l’annuncio, si spezza in gola! Non convince nessuno.

E dopo tutte queste cose che abbiamo detto concludo, se possibile trascinandovi con me in un ringraziamento allo Spirito Santo. È vero che tanto deve fare in mezzo a noi: deve purificarci. Ma ha già fatto tanto. Per quel tanto che ha fatto adesso io voglio intonare un grande grazie allo Spirito Santo, e voi vi unite a me.

Grazie, Spirito Creatore, perché trasformi continuamente il nostro caos in cosmo. Perché hai visitato le nostre menti e hai riempito di grazie i nostri cuori! Grazie, Spirito Santo! Grazie perché sei per noi il consolatore, il dono supremo del Padre, l’acqua viva, il fuoco, l’amore e l’unzione spirituale. Grazie per gli infiniti doni e carismi che col dito potente di Dio hai distribuito tra gli uomini! Tu, promessa compiuta del Padre, sempre da compiere! Grazie per la parola di fuoco che non hai mai cessato di mettere sulla bocca dei profeti, dei pastori, dei missionari e degli oranti! Grazie per la luce di Cristo che hai fatto brillare nelle nostre menti, per il suo amore che hai effuso nei nostri cuori! Per la guarigione che hai operato nel nostro corpo malato! Grazie per essere stato al nostro fianco nella lotta, per averci aiutato a vincere il nemico, o a rialzarci dopo la sconfitta. Grazie, Spirito Santo! Grazie per essere stato la nostra guida nelle scelte difficili! Averci preservato dal fascino del male. Grazie, Spirito Santo!

Grazie per averci rivelato il volto del Padre, che ci ha insegnato a gridare Abbà. Grazie, Spirito Santo! Grazie, perché ci spingi a proclamare: Gesù è il Signore! Grazie, Spirito Santo! Grazie per esserti manifestato alla Chiesa dei Padri. A quella dei nostri giorni come il vincolo misterioso di unità tra Padre e Figlio. Oggetto ineffabile della loro cospirazione d’amore! Soffio vitale, fragranza di unzione divina che il Padre trasmette al Figlio Gesù, generandolo prima dell’aurora! Grazie, Spirito Santo!

Semplicemente perché ci sei, ora e per tutta l’eternità, Spirito Santo, sii ringraziato!

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