Come si arriva a Medjugorje è difficile da SPIEGARE! Le cause sono molteplici ma tutte racchiuse in quel CUORE di Maria nostra Madre, preoccupata per i sui figli. Il fatto è talmente potente da implodere nell’ anima, nella mente e nel cuore in modo inspiegabile!
Solo il DIVINO può rispondere a questa domanda! Ma questo è solo l’incipit perché a Medjugorje si ritorna più volte a raccogliere i cocci della vita nel tentativo di ricostruire e dare un senso all’esistenza.
Così è successo anche a me nel capodanno 1987/88 quando da sola partii alla ricerca di risposte, non sapendo che dopo di che, molti anni della mia vita, in termini di giorni, mesi, anni, sarebbero passati sulle pietraie nella rossa terra, tra le spine dei rovi e tra il melograno fiorito di maggio. [Che bello questo ricordo!!!]
Tra l’azzurro dei cardi estivi e l’assordante cicaleggio delle cicale e nell’autunnale sottobosco fiorito di ciclamini, tra il cielo trapuntato di miriadi di stelle nelle chiare notti e il tepore dell’alba, tra il suono delle campane e i silenzi dei campi assolati tra i vigneti.
Tra pianti nascosti o palesi e beati sorrisi del cuore, tra commossi abbracci e richieste di perdono, tra disperati abbandoni alla Volontà del Padre e alla forza dell’accettazione, tra amare lacrime per strazianti decisioni e la certezza della pace.
Tutto perché lì ho trovato per grazia, tramite Maria S.S. (in quella terra per volontà divina si ottengano doni di conversione particolari) l’amore del Signore e la Regina della Pace mi ha impresso nel cuore con il marchio indelebile del suo amore, l’impellenza e l’urgenza di un servizio; come maternamente ha detto e ripete ancor oggi “Siate le mie mani tese … Portate amore …. Io vi amo …. Aiutatemi ad aiutarvi”
Da quel primo pellegrinaggio nel 1987/88 nasceva in me l’esigenza di fare qualcosa in più della preghiera, sentivo che dovevo aiutare chi incontravo nel mondo a capire la bellezza, il miracolo di sentirsi amati da Dio lavorando anche concretamente.
Così ho fatto percorrendo innumerevoli volte le strade per raggiungere quel luogo, sempre, anche durante la guerra, per terra o per mare, accompagnando e testimoniando umilmente la mia esperienza di fede vissuta a Medjugorje.
Sempre sostenuta dalla certezza e dalla volontà di lavorare per la Gospa, sintetizzato magnificamente dalle parole che Papa Francesco dirà anni dopo in un suo intervento da Cardinale a Radio Maria Argentina: “Bisogna bruciare la vita con qualcosa di nobile … la grandezza di un cuore si forgia nell’amore ed essere volontario presuppone fondamentalmente la capacità di amare”.
Questo ho fatto in tanti viaggi, volontaria della Gospa, ricambiata anche dalla stima e dall’affetto dei nostri amici/pellegrini, dalle loro commosse testimonianze di cambiamento radicale e di esperienza di vita condivisa fraternamente nella gioia e nell’amore reciproco.
Questo vissuto farà parte dei miei cinque pani e due pesci [parole di P. Livio] che porterò davanti al Giudice Supremo nella certezza della Sua Misericordia. [Emma-Maggio 2013]
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